Arriva l'sos della Lega del Filo d’Oro: «Con il Covid dimezzate le offerte»

Arriva l'sos della Lega del Filo d’Oro: «Con il Covid dimezzate le offerte»
Arriva l'sos della Lega del Filo d’Oro: «Con il Covid dimezzate le offerte»
di Giacomo Quattrini
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Venerdì 1 Maggio 2020, 09:35

OSIMO  - Il Covid ha rivoluzionato anche la quotidianità della Lega del Filo d’Oro e delle centinaia di persone sordocieche che ha in cura nelle cinque sedi residenziali italiane. Dalle nuove modalità di gestione delle terapie alla chiusura forzata di alcuni servizi passando per il blocco al cantiere della nuova sede nazionale a Osimo finendo per la nuova campagna di raccolta fondi. 

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Al Filo d’Oro hanno dovuto affrontare una sfida ancora più grande di quelle che, ogni giorno, operatori e volontari cercano di vincere per dare speranze ai pazienti pluriminorati sensoriali. Nella sede lombarda di Lesmo si sono registrati anche tre decessi tra gli ospiti, tutti però già con patologie pregresse molto gravi. «Per avere i tamponi abbiamo dovuto attendere anche 25 giorni dalla richiesta. Viste le circostanze e cosa poi è accaduto in altre strutture, diciamo che poteva andare molto peggio» ha commentato ieri il presidente del Filo d’Oro Rossano Bartoli. 

Nelle due sedi residenziali di Osimo, quella storica a Santo Stefano e quella nuova in via di completamento a Padiglione, nessun caso positivo al Coronavirus, ma solo qualche quarantena domiciliare preventiva da parte di alcuni dipendenti. «Devo ringraziare tutto il personale perché si è fatto in quattro per garantire le terapie ai nostri ospiti e perché usando le precauzioni sono riusciti a non portare dentro la struttura il virus - ha detto Bartoli - Abbiamo dovuto chiudere tutti i centri diurni e le terapie intensive e brevi, mandando avanti solo le attività residenziali, 41 gli ospiti a Osimo, più i famigliari che possono seguirli ma con tutte le precauzioni».

Come nelle case di riposo anche al Filo d’Oro inizialmente ci sono stati problemi con i dpi: «E’ impossibile usare le mascherine sui nostri ospiti, ma abbiamo avuto comunque problemi all’inizio a reperirle per i dipendenti, per fortuna poi la protezione civile ci ha aiutato». Molti uffici stanno lavorando in smart working. «Come altre realtà abbiamo chiesto la cassa integrazione ma per un numero limitato di dipendenti, qualche decina su 267 nella sola sede osimana» ha spiegato Bartoli, che ha rivelato un calo non solo delle entrate da rette, ma anche da donazioni: -50% a marzo. «Gran parte del bilancio lo copriamo con fondi privati che in questo periodo di crisi stanno diminuendo, quindi - ha detto il presidente - abbiamo lanciato la nuova campagna di raccolta fondi, “Un contatto che vale” grazie anche al testimonial storico Renzo Arbore». 

Ripartirà invece già dalla prossima settimana il cantiere per completare la nuova sede di Padiglione, per la quale la Onlus cerca ancora qualche milione per poterla inaugurare entro autunno 2021. Intanto Francesco Mercurio, presidente del Comitato persone sordocieche del Filo d’Oro, lancia un appello per reperire ancora dispositivi di sicurezza: «Il contatto - dice - rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione e alle attività avvenisse in sicurezza per noi e le persone che ci aiutano».

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