CASTELFIDARDO - Una pietra piombata improvvisamente sull’auto. Il fragore del vetro in frantumi. Il panico, poi la prontezza di accostare e chiamare i soccorsi. Solo per un caso l’uomo alla guida non ha riportato ferite. Un attimo prima e quel macigno di circa un chilo, scagliato dall’alto della boscaglia del Monumento, avrebbe potuto centrarlo in testa anziché colpire il finestrino posteriore destro dove non si trovava nessuno. È successo martedì alle 19 in via della Stazione, poco prima dello svincolo per il cimitero, quando il Parco delle Rimembranze era ancora aperto.
LEGGI ANCHE:
Un episodio inquietante, raccontato sui social dalla stessa vittima. «Ho chiamato la Polizia locale, subito intervenuta con il supporto dei carabinieri – scrive il papà fidardense - ho saputo che non è la prima volta che succede.
«E’ un fenomeno odioso per la pericolosità e perché colpisce a caso cittadini inermi. Sono sicuro che presto le forze dell’ordine individueranno i colpevoli», dice il sindaco Ascani mentre le indagini proseguono nel massimo riserbo. «Già da qualche tempo giravano voci sul fatto - intervengono Cingolani e Cola di FdI -. Questo “gioco” potrebbe essere fatale per i malcapitati. È necessario trovare chi si diverte a compiere questi atti e fermarli subito! Poi bisognerà mettersi intorno ad un tavolo e capire il perché».
Dopo la segnalazione dell’automobilista, alcuni residenti hanno riferito il «lancio di tronchetti d’albero ad una famiglia in transito» cui avrebbero «perforato il tetto della macchina». Un episodio analogo sarebbe «successo anche tre giorni fa», mentre altri hanno denunciato il tiro di «pietre lungo la discesa dopo la chiesa di Sant’Antonio» a Fornaci. Campanelli d’allarme di un fenomeno che negli anni ‘90 ha tristemente occupato le prime pagine dei giornali. Facendo registrare in tutta Italia numerosi incidenti. Molti mortali. Come quello che nel 1996 scosse la comunità marchigiana: a perdere la vita fu la 31enne civitanovese Maria Letizia Berdini, uccisa da un masso gettato dal cavalcavia autostradale mentre stava percorrendo la Torino-Piacenza di fianco al marito, sposato cinque mesi prima. Per la morte della neo sposa furono fermati 11 giovanissimi: agli inquirenti raccontarono di averlo fatto «per noia».