Fa ancora freddo ma c'è un’osteria che propone "Ski party": «La cena fuori con 11 gradi, i nostri clienti in tuta da sci»

Fa ancora freddo e c'è un’osteria che non si arrende: «La cena fuori con 11 gradi, i nostri clienti in tuta da sci»
Fa ancora freddo e c'è un’osteria che non si arrende: «La cena fuori con 11 gradi, i nostri clienti in tuta da sci»
di Arianna Carini
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Sabato 24 Aprile 2021, 05:55

CASTELFIDARDO - «Possiamo servirvi la cena solo all’aperto e, viste le temperature, sembra una presa in giro? L’Osteria la Fisarmonica la prende a ridere». Invitando i clienti a presentarsi allo “Ski party” in abbigliamento da sci: tuta, scarponi e... mascherina. Le iniziative bizzarre a Castelfidardo non sono una novità: dalla visita degli zuavi pontifici al meeting dei gruppi hard-core, l’originalità non manca. Mai però era stato organizzato un raduno del genere in campagna.

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Una chiara provocazione - lanciata via social con tanto di macchina sparaneve, bracieri e bevanda calda in linea con gli 11 gradi annunciati - la cui ironia e garbo stemperano l’amarezza delle nuove norme anti contagio, che in zona gialla introducono la possibilità di tornare a somministrare pranzi e cene utilizzando però i soli tavoli all’aperto e dovendo fare i conti con la spada di Damocle del coprifuoco.

Malgrado le temperature siano ancora troppo rigide per effettuare convivi negli ambienti esterni, la titolare dell’Osteria la Fisarmonica non si è persa d’animo. 


E piuttosto che aderire alla protesta che sta inducendo alcuni operatori a rinunciare ad aprire da subito la sera, ha preferito rispondere riadattando alla stregua di un rifugio di montagna l’ampia area verde che circonda il casolare-ristorante. «L’abbigliamento da neve è consigliato. Per ripararsi dal freddo, sì, ma soprattutto per divertirsi insieme rispettando le regole – dice Camilla Hornos che assieme al marito Moreno Cantori ha organizzato l’evento - non siamo abituati a piangerci addosso. E anche se l’annuncio del premier Draghi sembra una beffa, ci siamo adeguati. Sono scelte discutibili: il fatto di avercele comunicate per tempo ha almeno permesso di organizzarci. Ad esempio, circa gli orari, ci proponiamo anche per la colazione, la merenda e per l’aperitivo. Insomma, finché si potrà, noi ci saremo».


L’iniziativa è piaciuta così tanto che a pochi giorni dalla pubblicazione del post, il ristorante ha registrato il tutto esaurito. «Tra clienti affezionati e nuovi, saremo circa una sessantina. I nostri spazi sono grandi, è vero. Però, onde evitare una eccessiva concentrazione, abbiamo deciso di chiudere le prenotazioni, anche per ragioni di servizio – spiega la ristoratrice - dalle 18 alle 21, accoglieremo i nostri avventori sotto il gazebo e il porticato, dove c’è più copertura. I tavoli saranno in ogni modo all’aperto, massimo da quattro, con distanziamento interpersonale di un metro tra non conviventi. Per riscaldarci, avremo stufa, funghi e bracieri. E ci sarà anche un angolo con la neve finta per le foto». 


Una soluzione creativa volta a sdrammatizzare le tante difficoltà che attanagliano il settore ristorativo e a cercare di cogliere ogni occasione di ripartenza. La situazione resta però alquanto critica, soprattutto per le attività sprovviste di plateatici, penalizzate dalle modalità di riapertura. Al Governo la categoria chiede, anche con iniziative simili a questa in cui avere l’acqua “a temperatura ambiente” potrebbe essere complicato, di calibrare norme e divieti anti-Covid e sostegni economici a seconda del territorio e delle diverse condizioni dei locali, ovvero clienti ammessi al chiuso seppur con ulteriori limitazioni dei posti. 

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