Travolto e ucciso dal ciclista: ecco perché il direttore sportivo era sceso sul marciapiede dove poi è stato investito da Nicola

Il drammatico scontro tra il ciclista Nicola Venchiarutti e il direttore sportivo Stefano Martolini
Il drammatico scontro tra il ciclista Nicola Venchiarutti e il direttore sportivo Stefano Martolini
di Arianna Carini
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Martedì 24 Maggio 2022, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 17:51

CASTELFIDARDO - Le ultime pedalate sul rettilineo di via Recanatese a 60 km all’ora, a 300 metri dall’arrivo. Un corridore in maglia blu allarga la traiettoria durante la volata. Esce dalla carreggiata, invade il marciapiede e travolge un addetto ai lavori. Poi il video di 23 secondi si interrompe con l’immagine dei due corpi a terra. E quelle che fino a pochi istanti prima erano grida di incitazione si tramutano in urla disperate. La tragedia si è abbattuta improvvisa sulla linea del traguardo spezzando l’atmosfera festosa di una giornata di sport, in parte filmata da una donna che domenica, a pochissimi metri dal punto dell’impatto, stava assistendo alla seconda prova della “Due Giorni Marchigiana”. 

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Stefano Martolini, 41 anni, lombardo di Busto Garolfo, una vita nel ciclismo da corridore e tecnico, è morto sul colpo per un trauma cranico dopo essere stato investito da Nicola Venchiarutti, 23 anni, friulano di Osoppo.

Il ciclista è stato operato a Torrette per la frattura di una vertebra: muove le gambe, i medici sono ottimisti sul suo recupero. Il giovane è finito nel registro degli indagati (al momento è l’unico) con l’accusa di omicidio colposo. La Procura di Ancona, con il pm Andrea Laurino, ha infatti aperto un fascicolo, un atto dovuto per chiarire le cause del drammatico scontro tra l’atleta della squadra padovana Work Service e il diesse della Viris Vigevano che si trovava sul marciapiede per una tragica fatalità.

Martolini avrebbe dovuto seguire il suo team di soli 4 corridori a bordo dell’ammiraglia della società sportiva, ma sventuratamente un guasto meccanico lo ha costretto a restare a terra. Stava assistendo alle battute conclusive della competizione sul lato sinistro della salita del Gatto Nero, al Cerretano, in un punto privo di barriere di protezione. A circa 300 metri dall’arrivo, infatti, il regolamento non prevede la presenza di transenne, obbligatorie a partire dai 200 metri per competizioni di carattere nazionali come questa.

La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio di Torrette, mentre si stanno cercando foto e video amatoriali, oltre a quello già acquisito dai carabinieri di Castelfidardo delegati alle indagini, che possano aiutare a definire eventuali responsabilità e ad appurare se il ciclista abbia sbandato per cause accidentali o sia stato urtato. «Un dolore indescrivibile, per noi tutti organizzatori e volontari, per un evento sportivo che da 40 anni organizziamo con tanti sforzi e passione: mai avremmo immaginato un epilogo così tragico - sono le parole dello Sporting Club S. Agostino presieduto da Bruno Cantarini -. Ci stringiamo alla famiglia del giovane tecnico scomparso sulle nostre strade mentre svolgeva le sue funzioni di direttore sportivo. Un forte in bocca al lupo per una pronta guarigione al corridore Nicola Venchiarutti. Lasciando agli organismi competenti la valutazione dell’accaduto, ci chiudiamo in un rispettoso silenzio». 

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