Con un clic cancellavano assenze e votacci. Incubo finito: perdonati 27 studenti-hacker di Ancona

Con un clic cancellavano assenze e votacci. Incubo finito: perdonati 27 studenti-hacker di Ancona
Con un clic cancellavano assenze e votacci. Incubo finito: perdonati 27 studenti-hacker di Ancona
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Martedì 28 Febbraio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 07:45

ANCONA - Bastava un clic e le assenze magicamente sparivano. Con il bianchetto virtuale e le password soffiate a due prof cancellavano uscite anticipate, entrate in ritardo, qualche “seghino” di troppo e, talvolta, un votaccio, in modo da assicurarsi una pagella più bella o un profilo migliore in vista dell’esame di maturità del 2016.

 
La pena 


Rischiavano fino a 8 anni di detenzione per pirateria informatica e falso materiale in concorso 34 studenti-hacker (23 femmine e 11 maschi) dell’istituto superiore Savoia-Benincasa, rinviati a giudizio dal pm Daniele Paci. Ma per 27 di loro l’incubo ieri è finito: nel giugno scorso avevano chiesto e ottenuto l’accesso alla messa alla prova, l’istituto che consente di sospendere il processo partecipando ad attività di volontariato o lavori di pubblica utilità svolti presso enti e associazioni convenzionate. Portato a termine il percorso “riabilitativo”, durato dai 4 ai 6 mesi, il gup Francesca De Palma ha pronunciato per tutti la sentenza di non luogo a procedere, alla luce del buon esito della Map, con estinzione del reato. Una liberazione per i 27 ex studenti del Savoia-Benincasa (assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Roberta Di Martino, Giacomo Curzi, Manuel Piras, Alessio Stacchiotti e Andrea Rossolini) che adesso hanno la possibilità di lasciarsi alle spalle, una volta per tutte, questa brutta storia. 
In passato altri due giovani indagati, all’epoca dei fatti non ancora diciottenni, erano stati assolti dal tribunale dei Minori per irrilevanza del fatto.

Per altri 5, invece, il calvario prosegue: hanno preferito, infatti, affrontare il processo (cominciato a ottobre scorso) e rinunciare alla messa alla prova per dimostrare la loro assoluta estraneità ai fatti contestati. Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli studenti-hacker erano riusciti a procurarsi in qualche modo le password di due professori per accedere abusivamente nel registro elettronico della scuola, collegato al server del Miur. Prima uno, poi l’altro, avrebbero cancellato illegalmente le tracce di assenze ingiustificate, ritardi o uscite anticipate, in modo da evitare guai in vista dell’esame di Stato.


Il record


Qualcuno, però, si sarebbe spinto oltre, correggendo anche qualche votaccio in modo da alzare la media durante l’anno scolastico 2015-16. Il record spetta a una ragazza (oggi 26enne) che dal computer di casa sarebbe entrata 59 volte nel registro elettronico per correggere 25 ore saltate e 6 assenze consecutive. Ad accorgersi di questo trucchetto, all’epoca, fu la preside Alessandra Rucci che, dopo le indagini condotte dalla Polizia Postale, bocciò con un 5 in condotta gli studenti, poi riammessi all’esame di maturità grazie a un provvedimento d’urgenza del Tar. 

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