Verifiche dopo il terremoto, tre scuole sono in bilico ad Ancona: 480 alunni pronti a cambiare sede

Verifiche dopo il sisma, tre scuole sono in bilico ad Ancona: 480 alunni pronti a cambiare sede
Verifiche dopo il sisma, tre scuole sono in bilico ad Ancona: 480 alunni pronti a cambiare sede
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 08:50
ANCONA Tre istituti chiusi per gli sconquassi del terremoto, due cantieri aperti, uno in bilico e un altro appena concluso, un accordo quadro per tre anni, 600mila euro e 60 scuole a cui garantire la manutenzione ordinaria. Il pianeta-tempio-del-sapere, dalla prospettiva del Comune, è un mosaico in via di composizione. A fissarne le tessere ci sono gli oltre 20 milioni del Pnrr, cifra alla quale, da fine gennaio, si sono aggiunti, sempre in area Piano nazionale di ripresa e resilienza, i 3 milioni per finanziare la nuova Tombari, alle Palombare, e i 270mila euro per realizzare la mensa di Candia. Un futuro in corso che non può prescindere da un passato altrettanto denso. Ida Simonella dà la misura dell’impegno pregresso: «In dieci anni di mandato - è la sintesi, estrema e sostanziosa, dell’assessora al Bilancio - su classi e palestre abbiamo investito 30 milioni».  


L’azione combinata


A rendere competitiva la partita dell’istruzione c’è anche un’azione combinata: riguarda i 5.500 metri quadrati dell’ex liceo scientifico Savoia di via Vecchini. La Provincia spenderà 2 milioni, di risorse proprie, per ripristinarlo: dovrà ospitare, temporaneamente, i 700 studenti del Benincasa di via Marcello Marini che, con 10,5 milioni di euro garantiti dal Pnrr, verrà demolito e ricostruito.


La relazione


Tempo sospeso. In attesa di una relazione tecnica, che decreti lo spessore del danno, restano chiuse Podesti, via della Madonnetta e XXV Aprile. Lo stop, provocato dalle conseguenze delle scosse di novembre, ha generato un esodo forzato per 480, tra bambini e ragazzi. I 250 alunni delle medie di via Urbino sono stati sistemati alle Tommaseo di via Fanti. Per quelli del Pinocchio è valsa la formula mixata: i 140 di sei classi sono andati alle Falcone, in piazza Salvo D’Acquisto, gli altri 23 alla Montagnola.

Per i 67 piccini della materna di via Michelangelo Buonarroti la destinazione è stata nei tre locali della vicina scuola dell’infanzia di via Verne. Aspettando il verdetto, si prevede che in via della Madonnetta si torni sui banchi a settembre. Più preoccupante è la situazione della Podesti. Il plesso degli anni Sessanta rischia di dover essere demolito e ricostruito, scelta che potrebbe rivelarsi conveniente rispetto a una sua ristrutturazione. Soprattutto se si potrà contare sui fondi del Pnrr. 


La rigenerazione


Escono dal limbo le Antognini e le Garibaldi. Sigillate, perché considerate inagibili all’epoca della giunta Gramillano, le due scuole hanno imboccato la via della rigenerazione. Sull’ex primaria, che si spalancava di fronte al liceo classico Rinaldini, Stefano Foresi cambia il verso d’una vicenda che pareva incancrenita. «Sono dieci anni che è ferma, ora il suo recupero sta avvenendo con le risorse di un bando nazionale e una nostra compartecipazione». L’assessore alle Manutenzioni assicura: «Il traguardo si taglierà tra un anno». Stessa storia, identico il cronoprogramma per l’ex materna di via Torrioni, che sarà destinata a ospitare la XXV Aprile. Da otto mesi anche qui sono iniziate le grandi manovre da lavori in corso. Medesima è la formula dei fondi di questa rigenerazione che dovrebbe vedere la luce a settembre: bando nazionale più risorse proprie. Del Comune.

Tra color che son sospesi: è la formula che meglio si adatta alle Savio. L’opera, da 2 milioni, era stata appaltata nel 2019; poi, in seguito a una sequenza di contratti saltati e riaffidati, ora c’è l’impegno a completarne il corpo D entro maggio. Per l’anno scolastico 2023/24, qui potranno essere trasferiti i bambini dell’adiacente scuola per l’infanzia Sabin, dove dovranno partire i lavori di demolizione e ricostruzione finanziati dal Pnrr per 1,6 milioni. Il mosaico si scompone e ricompone.
 

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