«Dacci i soldi o spacchiamo tutto». Assalto al market, in tre a processo

«Dacci i soldi o spacchiamo tutto». Assalto al market, in tre a processo
«Dacci i soldi o spacchiamo tutto». Assalto al market, in tre a processo
di Federica Serfilippi
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Venerdì 14 Luglio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 12:57

ANCONA  - Avevano spaccato la vetrina del mini market a suon di calci e pugni e poi avevano rapinato il titolare, sfilandogli 1.200 euro. È il quadro accusatorio che ieri è costato il rinvio a giudizio a tre stranieri, due pakistani e un indiano, per i reati di rapina e danneggiamento. Gli imputati, tra i 26 e i 31 anni, dovranno affrontare il processo a partire dal 3 luglio del 2024. C’era anche un quarto imputato ma, essendo irreperibile, la sua posizione è stata stralciata dal gup. 


I fatti


Il colpo ai danni del negozio di corso Carlo Alberto, gestito da un cittadino pakistano, risale alla serata dell’11 gennaio del 2020.

La vittima, appena subita la rapina, aveva sporto denuncia ai carabinieri, i quali - dopo brevissime indagini - erano riusciti a stringere il cerchio attorno a quattro stranieri. 


Stando a quanto emerso, il gruppetto, assieme ad altre persone rimaste ignote, si era presentato nell’attività del bengalese mentre lui stava per chiudere. Gli imputati non erano lì per fare acquisti, ma per sottrarre soldi. «Dacci i contanti, altrimenti ti sfasciamo il locale». Erano stati di parola. Perché, stando alle accuse mosse dalla procura, la banda aveva sferrato calci e pugni alla vetrata del negozio, lanciando anche delle bottiglie di birra. 


La minaccia


Si erano aperti un varco, entrando all’interno dell’attività di corso Carlo Alberto. «Se chiami i carabinieri sei morto» avrebbero detto al titolare del mini market. All’uomo erano stati presi dalla tasca dei pantaloni 1.200 euro in contanti, l’incasso della settimana precedente che l’indomani avrebbe dovuto depositare in banca. Dopo la denuncia per rapina, i carabinieri avevano iniziato le indagini. Nel giro di pochi giorni, in tre erano stati arrestati e condotti a Montacuto. I quattro imputati sono difesi dagli avvocati Alessia Bartolini, Simone Matraxia e Pietro Sgarbi.

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