ANCONA - C’è un avvertimento in calce al provvedimento che impone uno stop all’alcol nei luoghi pubblici. «L’ordinanza potrà essere modificata o integrata con ulteriori limitazioni in relazione all’efficacia delle misure adottate», scrive Valeria Mancinelli. È un avviso agli aficionados della movida, una sorta di cartellino giallo, della serie: attenti, se la situazione non migliorerà, scatterà un nuovo giro di vite con restrizioni via via più stringenti, fino ad arrivare al ventilato (e temutissimo dagli operatori) numero chiuso in piazza del Papa.
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I contenuti
La fase-1 era rappresentata dai controlli intensificati e da un presidio più o meno stabile delle forze dell’ordine nel weekend nella piazza della movida, associati ad attività di indagine che hanno portato a decine di denunce e Daspo urbani a carico dei responsabili delle risse e delle aggressioni che si sono susseguite nel corso degli ultimi mesi. Ora inizia la fase-2: fra tre giorni entrerà in vigore l’ordinanza contro la movida molesta, firmata dal sindaco e voluta da questore e prefetto. Da giovedì (per ora fino al 30 giugno) i titolari dei locali della città non potranno più servire drink da asporto dopo la mezzanotte. Potranno continuare a vendere alcolici all’interno del perimetro dei loro dehors autorizzati fino alle 3 di notte (fino alle 2 in piazza del Papa dove è stato anticipata di un’ora la chiusura, come chiedevano i residenti). In generale, in tutta la città sarà vietato passeggiare su aree pubbliche, aree private ad uso pubblico e aree private aperte al pubblico sorseggiando birra o bevande alcoliche dopo le 9 di sera e fino alle 7 del mattino. Ma al Piano - in particolare nell’area compresa tra piazza Ugo Bassi, corso Carlo Alberto, via Pergolesi e via Giordano Bruno - questo divieto è esteso H24. Il rischio? È quello di essere fermati per un controllo e ricevere una multa da un minimo di 77 a un massimo di 500 euro.
Ma questo è solo l’inizio.
Extrema ratio
Un’ipotesi, questa, caldeggiata dal questore Cesare Capocasa: l’aveva già adottata in tempi di pandemia quando lavorava a Ferrara. Certo, si tratta di una soluzione estrema che richiede uno studio approfondito della piazza e dei suoi varchi d’accesso (i tecnici comunali hanno già approfondito il tema: la capienza massima non supererebbe le 1.500 unità), ma a cui si potrebbe arrivare in caso di eventi organizzati di massa o se i baby delinquenti dovessero tornare a seminare danni e violenza nel salotto cittadino.
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