Transenne e palizzate. Guasco, fine lavori mai e la rinascita di Ancona procede a ostacoli - LE FOTO

Transenne e palizzate. Guasco, fine lavori mai e la rinascita di Ancona procede a ostacoli
Transenne e palizzate. Guasco, fine lavori mai e la rinascita di Ancona procede a ostacoli
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 3 Novembre 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 11:08

ANCONA Roma non fu costruita in un giorno e lo stesso si può dire del restauro del Guasco. Sono passati almeno quattro anni, infatti, dai primi interventi di restyling nel nucleo storico della città e ancora oggi, a fine 2023, si fa fatica ad intravedere il termine dei lavori. Si partì nel 2019 con la scalinata che un giorno collegherà via Birarelli a via Pizzecolli. La prima pietra risale al luglio dello stesso anno ma poi una lunga serie di congiunzioni astrali (Covid, crisi dei materiali, varianti al progetto) ha diluito in maniera spropositata i 180 giorni originariamente previsti per l’intervento. Arriviamo così al novembre del 2023, dopo oltre 1550 giorni. E chissà quanti ancora ne serviranno prima del taglio del nastro.


Le impalcature

Secondo gli operai della ItalSud79 - la ditta che sta eseguendo gli interventi - la loro parte dovrebbe concludersi entro la fine del mese.

Poi sarà necessario attendere l’arrivo del fabbro per completare l’ultima parte della scalinata in ferro e installare le ringhiere. Infine, dovrà intervenire anche un piastrellista per gli ultimi ritocchi. Senza troppi giri di parole: fine dei lavori non prima del 2024. Il problema più grande è però un altro. Il Guasco pullula infatti di cantieri cominciati e ancora in alto mare, spesso ben oltre i termini contrattuali originariamente previsti. Così il percorso nella storia della città si trasforma in un cammino ad ostacoli per i turisti, costretti a guardare i monumenti dietro transenne d impalcature. Succede, ad esempio, sullo scalone Nappi, quello che porta al duomo di San Ciriaco. Qui trova posto una transenna in legno messa chissà quanto tempo fa per sostenere un muro pericolante e mai rimossa. L’esempio più eclatante resta quello della cCasa del Capitano. Anche in questo caso, i tempi si sono dilatati e non poco. E c’entrano nuovamente delle varianti al progetto.

La principale vale circa 42mila euro in più rispetto alle previsioni iniziali e ha portato il saldo da corrispondere alla ditta incaricata dei lavori fino a 558mila euro. La causa: il rinvenimento di alcuni resti archeologici sotto la piazzetta in fase di restauro e la necessità di lavorazioni aggiuntive non preventivabili. Ergo, ecco arrivare anche una proroga sui tempi d’esecuzione fissata in 76 giorni a partire dal 2 agosto scorso. Sarà comunque difficile rientrare nelle tempistiche visto che all’ultima verifica dell’avanzamento dei lavori, resasi necessaria proprio a causa della variante di progetto, risultava completato soltanto il 35% dei lavori appaltati. Tant’è che alla scadenza dei 76 giorni, a metà ottobre scorso, gli operai erano ancora al lavoro. Pure in questo caso, dunque, la speranza di tutti e di poter ritrovare la dimora del capitano entro l’anno che verrà.

Nel restyling del percorso storico che rientra nell’ambito del Waterfront il destino della Casa del Capitano si interseca con quello del Sacello medievale. La storia è la solita: lavori iniziati a settembre del 2022, quindi le difficoltà a trovare i materiali e lo slittamento della deadline. Scendendo verso il mare, altre impalcature: al mercato Traianeo (per il quale non esiste un progetto di recupero) sono in corso le opere di installazione dell’impianto di illuminazione del ponticello in acciaio, interdetto ormai da febbraio. Ma a dominare la scena dall’alto è l’area dell’ex Bar del Duomo, in preda all’incuria dopo un’impasse infinita: il progetto del ristorante, pensato da Antonio Ambrosio, titolare del Giardino, resta fermo al palo. Le sue buone intenzioni si sono scontrate con la burocrazia prima e con l’aumento dei costi dei materiali poi. E la rinascita del Guasco resta un’incognita.

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