Ancona, spycam in casa per controllare la moglie: «Manipolatore, la costringeva a pesarsi»

Ancona, spycam in casa per controllare la moglie: «Manipolatore, la costringeva a pesarsi»
Ancona, spycam in casa per controllare la moglie: «Manipolatore, la costringeva a pesarsi»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 28 Aprile 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 11:37

ANCONA Continui svilimenti, episodi di violenza psicologica, minacce e l’ossessione per la forma fisica, tanto da controllare il peso della moglie sulla bilancia. È il quadro accusatorio emerso dal processo che ha portato alla sbarra un vigile del fuoco di 44 anni per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minacce. Tutti reati che sarebbero stati commessi nei confronti dell’ormai ex moglie, che aveva sporto denuncia nell’autunno del 2019 ai carabinieri delle Brecce Bianche. 


La denuncia

Aveva raccontato dei soprusi subiti, sia fisici che psicologici all’interno della mura domestiche e partiti nel 2015, anche alla presenza dei due figli minorenni.

Sarebbe stata la gelosia e il senso di controllo dell’imputato a spezzare l’armonia familiare. Lei, nella denuncia, aveva parlato di aggressioni, capelli tirati e lancio di suppellettili durante i litigi in casa. Lui, stando all’accusa, le avrebbe anche impedito di uscire dall’abitazione. La vittima, parte civile con l’avvocato Roberta Angeletti, si era rivolta ai carabinieri nel novembre del 2019, raccontando di essere stata presa con forza dal marito e scaraventata a terra. Ci sarebbero state anche le minacce: «Ricorda che sono un vigile del fuoco, so come fare le bombe». E ancora: «Ti faccio saltare in aria la macchina, stai attenta». Dopo la denuncia è iniziato un percorso di separazione. 

I testimoni

Ieri, davanti al collegio penale, sono sfilati due testimoni della parte civile. Per prima è stata sentita una psicologa a cui si era rivolta la donna, 43 anni. «Lei si vedeva brutta - ha detto la testimone - perché lui la denigrava, si vedeva grassa, ma era sottopeso. Lui la faceva pesare con la bilancia». In sostanza, «la signora aveva una grande sottostima di sé perché aveva subito una violenza psicologica importante». Nei confronti dell’imputato è emerso «un profilo di uomo manipolatore e controllante, tanto da installare delle telecamere in casa». È salita poi sul banco dei testimoni la Ctu scelta dal tribunale per valutare la capacità genitoriale della vittima, che «a distanza di mesi dai fatti mostrava ancora i segni emotivi di quelle violenze, che l’hanno fatta sentire non altezza, non adeguata e non capace». 

La difesa

L’istruttoria è continuata con l’audizione dell’imputato, difeso dall’avvocato Tatiana Traini: «Non ci sono mai state violenze fisiche, né verbali. Sono shoccato da queste accuse. Non ho mai denigrato mia moglie per l’aspetto fisico, neanche andavo in palestra, quindi figuriamoci». E infine: «Si litigava, certo, ma ci si voleva bene». Il processo è stato aggiornato al 26 ottobre.

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