Il sindaco Silvetti: «Eventi al Cardeto». Ma le maxi opere sono ferme al palo

Il primo cittadino annuncia: «Per l’estate operativa la Polveriera Castelfidardo» Ma manca un progetto e non c’è un’idea sulla destinazione del Faro

Il sindaco Silvetti: «Eventi al Cardeto». Ma le maxi opere sono ferme al palo
Il sindaco Silvetti: «Eventi al Cardeto». Ma le maxi opere sono ferme al palo
di Andrea Maccarone
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Lunedì 11 Marzo 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 15:04

ANCONA - Il rilancio del Cardeto in quattro mosse: ex caserma Stamura, vecchio Faro, ex magazzino derrate e Polveriera Castelfidardo. Un poker di progetti di recupero che potrebbe riportare il decoro in un parco immerso nell’oblio. Solo che di tutti gli immobili, solo per due c’è un destino delineato. L’ex magazzino derrate ospiterà uno studentato da 60 posti, il progetto è dell’Erdis e il nuovo stabile vedrà la luce non prima del 2027. In panne il recupero delle casermette sul lato opposto. Servono 1,2 milioni. Il Comune è a caccia di investitori. Per il restyling della Polveriera Castelfidardo ci sono 565mila euro del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti: orizzonte temporale di breve periodo. Il sindaco assicura: «Pronta per l’estate». Così come intravede una stagione brillante anche per l’area intorno al Faro: «Porteremo eventi culturali e musicali». Ma di fatto, per la riqualificazione della struttura ottocentesca non c’è ancora nulla di concreto.

La permuta

Intanto è sfumata l’ipotesi di permuta. «Il Faro resterà di proprietà del Demanio - puntualizza il sindaco -, ma sono pronti a darcelo in concessione a fronte di un progetto per valorizzarlo».

Progetto che, però, ancora non c’è. «L’immobile presenta alcune criticità - fa presente Silvetti -, ci sono crepe e alcuni scalini ammalorati che vanno messi in sicurezza per renderlo accessibile». Su cosa farne «ne dobbiamo ancora parlare» mette in chiaro il sindaco. Altra incognita: la riapertura del bar ai piedi del Faro. «Dovremo risolvere la questione insieme al Demanio, con cui c’è piena sintonia» sottolinea il sindaco. Ma anche su questo fronte, l’ostacolo non sembra essere superato. Il bar, infatti, operativo per due estati (2018-2019) era stato posizionato su area demaniale senza aver regolarizzato alcune pratiche burocratiche. Il casottino in legno è ancora lì, dopo 5 anni, a marcire sotto le intemperie. La Polveriera Castelfidardo, unico contenitore su cui ad oggi c’è una copertura economica, deve però mettere a punto il piano di recupero. Per il sindaco l’operatività della struttura, che ospita un auditorium da 120 posti, arriverà entro l’estate. Meno fiduciosi i tecnici che parlano di impianto riscaldamento da realizzare in toto e la parte elettrica da ripristinare in quanto completamente deteriorata. Un lavoro da circa 300mila euro a cui dovrà sommarsi la realizzazione di una cabina da 200 kwatt per dare fornitura elettrica a tutte le strutture del parco.

Il protocollo d’intesa

Quindi la regina delle opere: il restyling dell’ex caserma Stamura, che andrà ad ospitare l’Archivio di Stato. Su questo progetto c’è un protocollo d’intesa tra Comune, Soprintendenza, Ministero della Cultura e Demanio. Documento di indirizzo politico siglato dalla precedente amministrazione comunale e tutt’ora valido. Presentato alla cittadinanza nel 2022 prevedeva il trasferimento dell’Archivio al Cardeto tra il 2026 e il 2027. È da vedere se le tempistiche potranno essere rispettate, visto che nel mentre sono trascorsi due anni. «Con il Demanio stiamo intrattenendo un dialogo fitto - spiega Silvetti - perché oltre all’Archivio di Stato, stiamo valutando destinazioni diverse che renderanno più fruibile quello spazio: come una sala conferenze e un’area ristoro».

La gestione

Da definire in che modo il Comune entrerà in possesso di quegli spazi e con quale formula andrà a gestirli. Possibile un contratto di affitto? «No, ci sono delle concessioni - replica Silvetti - che ci permetteranno di regolamentarne l’uso. Dunque avremo in capo solo il costo di manutenzione e sicurezza». Stesso scenario si prospetta per il Faro. Ma di cronoprogramma, ancora, nemmeno l’ombra.

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