Ancona, qui va in scena il degrado: ma dobbiamo tenere così piazza della Repubblica?

Qui va in scena il degrado: ma dobbiamo tenere così piazza della Repubblica?
Qui va in scena il degrado: ma dobbiamo tenere così piazza della Repubblica?
di Antonio Pio Guerra
4 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:14

ANCONA - Ma qualcuno si ricorda di piazza della Repubblica? A vedere le condizioni in cui versa oggi, parrebbe proprio di no. E dire che per questo fazzoletto di città si snodano le quattro direttrici più importanti della Dorica. Ci sono il commercio, con corso Garibaldi, il traffico di merci e persone, con l’imboccatura del porto antico, così come la cultura del Teatro delle Muse e la strada di accesso al centro da nord, via XXIX Settembre. Insomma, se Ancona avesse una carta d’identità, piazza della Repubblica potrebbe tranquillamente esserne la foto.


Il decadimento


Peccato che più che un gioiello da mostrare con orgoglio, oggi questo specchio di storia e tradizione sembri tutto fuorché qualcosa di cui andare fieri.

A partire dalle fondamenta, ovvero dalla pavimentazione su cui ogni giorno passano migliaia di auto, camion ed autobus. Lo splendido manto di sanpietrini previsto in origine è oggi un campo minato di avvallamenti. Passarci su in macchina è un continuo saltare ed ancora peggio è camminarci sopra, magari col rischio di inciampare e farsi pure male.


Le toppe


E anche laddove si è intervenuti per ripristinare i fossi provocati dal distacco del ciottolato, si è scelto di farlo con pressappochismo. Invece che utilizzare il materiale originale, o qualcosa di anche solo lontanamente simile, si è preferito risolvere tutto con una bella colata di asfalto. E “bella”, in questo caso, si fa per dire. Non va meglio quando guardiamo al resto degli arredi urbani. Un esempio su tutti, i paletti messi a delimitare i corridoi pedonali. Oltre a deturpare l’immagine della splendida facciata del Teatro delle Muse, molti sono danneggiati, magari abbattuti dalle auto o dai mezzi pesanti nel corso degli anni o, ancora, attaccati dalla ruggine. La maggior parte riposano ancora così, storti e pronti a cadere in terra da un momento all’altro, mentre soltanto uno è stato sostituito. Sì, ma con un prodotto dai colori e dallo stile completamente diversi dagli altri. E la coerenza architettonica non può passare mai in secondo piano, specie quando si parla di una struttura così importante.  Talmente importante che qualcuno ha ben pensato di piazzare un Igenio - i contenitori della raccolta differenziata - proprio in piazza, davanti al teatro. È vero, ci resta soltanto in alcuni momenti della giornata ma non deve essere un bello spettacolo uscire dall’ultima piece dell’autore di moda o arrivare in città dopo lo sbarco in porto ed essere accolti da un secchio della spazzatura. 


Da rivedere pure l’ubicazione di una vetrina pubblicitaria, messa proprio al centro della piazza. Oltre ad essere in parziale disuso (ci sono attaccati, abusivamente, manifesti che risalgono agli inizi del giugno scorso), non si comprende il motivo per cui si è sentita la necessità di violare piazza della Repubblica in questo modo, con un oggetto che tanti definiscono osceno, oltre che inutile. Ma l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, passando per esempio per la vecchia edicola, chiusa da tempo e diventata la tela di vandali che vi lasciano graffiti e scritte dal dubbio gusto. E poi sosta selvaggia, nugoli di motocicli lasciati ovunque, anche sui marciapiedi. Ogni città ha la sua storia ed i suoi problemi, è vero, però provate a pensare per un solo istante: davvero Milano permetterebbe a piazza della Scala di diventare tutto questo? E perché, invece, noi l’abbiamo fatto?

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