Ancona, a processo per le panchine restaurate: «Io innocente, il trasloco era legittimo»

A processo per le panchine restaurate: «Io innocente, il trasloco era legittimo»
A processo per le panchine restaurate: «Io innocente, il trasloco era legittimo»
di Stefano Rispoli
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Giovedì 7 Marzo 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 06:51

ANCONA «Per lo spostamento di quelle panchine non c’era bisogno di alcuna autorizzazione: era previsto nel progetto definitivo di restauro che la Soprintendenza aveva già approvato». Lo ha ribadito ieri davanti al giudice Tiziana Fancello, rendendo dichiarazioni spontanee, Luciano Lucchetti, ex ingegnere capo del Comune di Ancona, finito a processo per il caso delle 5 panchine liberty sottoposte a restauro nel 2019 nell’ambito del complessivo restyling di piazza Cavour.

Panchine in ghisa risalenti agli anni ‘20, dunque soggette a un vincolo storico, anche perché alcune riportavano sullo schienale il Bollettino della Vittoria, il documento con cui il generale Diaz annunciò nel 1918 la resa dell’Impero austro-ungarico e il successo dell’Italia nella Prima guerra mondiale.

Lucchetti, all’epoca dirigente comunale, affidò a una ditta di San Paolo di Jesi il recupero delle panchine, poi subappaltato a un’azienda di Reggio Emilia. Ma nella procedura non sarebbe stata chiesta alla Soprintendenza l’autorizzazione al loro spostamento da piazza Cavour.

Non era un trasloco definitivo

«Non ce n’era bisogno, non si trattava di un trasloco definitivo di un’opera storica, come può essere una statua o un quadro, ma di uno spostamento in officina per consentire le lavorazioni, vagliate e approvate dalla Soprintendenza nel progetto definitivo», ha ribadito in aula Lucchetti, assistito dall’avvocato Roberto Tiberi. Versione opposta ha fornito ieri un funzionario della Soprintendenza secondo cui, in base al Codice dei beni culturali, «si sarebbe dovuto chiedere preventivamente l’autorizzazione allo spostamento delle panchine, in quanto beni tutelati».

Una fu sequestrata dai carabinieri del Nucleo Tpc al Museo della Ghisa di Longiano: ora si trova esposta al Museo Archeologico delle Marche. Le altre 4, terminate il restauro, sono state ricollocate in piazza Cavour. La sentenza è attesa per il prossimo 29 aprile.

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