Minacciano di morte i professori e incendiano una sedia: 10 baby bulli del Podesti a rischio processo

La sede del Podesti-Calzecchi-Onesti
La sede del Podesti-Calzecchi-Onesti
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 10:27

ANCONA - Vandalismi, bestemmie, minacce ai docenti, musica a tutto volume ascoltata in classe e una sedia data alle fiamme. C’è tutto questo nella maxi inchiesta coordinata dalla procura minorile in cui sono finiti sotto accusa dieci ragazzi, studenti (alcuni nel frattempo diventati ex) dell’istituto Podesti-Calzecchi Onesti di Passo Varano. Nelle ore scorse, sono stati notificati agli indagati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, portate avanti sul campo dalle Volanti della questura e concentrate nel corso dell’anno scolastico 2018-2019. 

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I ragazzi monitorati dagli investigatori hanno un’età compresa tra i 15 e i 18 anni.

Nella lista c’è anche uno dei cinque baby bulli arrestati dalla Squadra Mobile nell’ottobre del 2020 con l’accusa di aver perseguitato – in concorso con altre persone – dei ragazzini, alcuni affetti da disagi psichici. Tre le accuse contestate a vario titolo ci sono: interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale (in riferimento al comportamento tenuto con i docenti) e danneggiamento a seguito di incendio. Questa ultima contestazione, in capo a un 17enne anconetano, fa riferimento all’episodio – avvenuto la mattina del 29 ottobre del 2019 - della sedia data alle fiamme e collocata all’interno del bagno riservato ai disabili. Il rogo aveva fatto scattare l’allarme antincendio e la scuola era stata evacuata. Era stato lo stesso studente, qualche giorno dopo, a confessare l’accaduto, sostenendo di aver commesso una bravata senza pensare alla conseguenze.

Tale fatto era risultato essere – come poi emerso nel corso delle indagini – la punta dell’iceberg di una serie di vandalismi e comportamenti illeciti perpetrati all’interno della scuola. L’accusa è retta sostanzialmente dall’impossibilità dei docenti di poter svolgere regolare lezione a causa delle condotte degli indagati. Stando alla ricostruzione investigativa, in almeno tre sezioni sarebbe stato quasi impossibile insegnare: un 16enne è accusato di essere entrato più volte nella classe non di sua appartenenza, urlando, sbraitando, dando fastidio altri studenti, azionando la musica a tutto volume, imprecando e bestemmiando. Avrebbe anche – sempre secondo l’accusa – scaraventato a terra i banchi e lanciato la tastiera di un pc contro la professoressa.

Almeno due docenti sarebbero state insultate e minacciate, sempre dal 16enne: «Ti do due cazzotti»; «Devi morire» le frasi contestate all’indagato che, in un’occasione, aveva impugnato un estintore per intimidire un’insegnante. Due gruppi, poi, avrebbero fatto di tutto per non svolgere regolarmente le lezioni. Si sarebbero accaniti, da quanto risulta dall’iter investigativo, soprattutto su una docente, impossibilità – per almeno una decina di volte – a svolgere il suo ruolo. 


La procura contesta agli indagati di aver girovagato per la classe, ascoltato musica dai cellulari ad alto volume, bestemmiato e urlato, non recependo minimamente i rimproveri dalla professoressa. Ora, gli indagati potranno decidere se chiedere di essere interrogati per chiarire la loro posizione o di presentare una memoria difensiva. Nell’anno scolastico monitorato dalla procura, le forze dell’ordine erano intervenute più volte al Podesti: in alcuni casi erano state segnalate aggressioni al personale docente, in altri la presenza di stupefacenti. 

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