Piatti, uova e secchiate d’acqua ai vicini: «Dovete morire, vi aspetto all’inferno». Nel mirino di un osimano padre, madre e figlia disabile

Piatti, uova e secchiate d’acqua ai vicini:«Dovete morire, vi aspetto all’inferno». Nel mirino di un osimano padre, madre e figlia disabile
Piatti, uova e secchiate d’acqua ai vicini:«Dovete morire, vi aspetto all’inferno». Nel mirino di un osimano padre, madre e figlia disabile
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 07:13

ANCONA Ogni volta che incrociava i vicini, non perdeva occasione per insultarli, minacciarli, molestarli con lanci di uova e secchiate d’acqua. «Dovete morire, vi tirerò una mattonata in testa: vi aspetto all’inferno». È variegato il campionario di intimidazioni a cui un 62enne osimano, difeso dall’avvocato Giuseppe Romiti, avrebbe sottoposto i suoi dirimpettai, padre, madre e figlia disabile che, stanchi di vivere quell’incubo durato oltre due anni, l’hanno denunciato ripetutamente ai carabinieri. Ora l’imputato è alla sbarra per stalking: due fascicoli riuniti in un unico processo davanti al giudice Francesca Grassi.

 
Le scintille

Una convivenza impossibile, tormentata da continue liti che, per l’accusa, si accendevano all’improvviso, sempre per motivi banali.

Era sufficiente che la vicina pulisse il pavimento del terrazzo o annaffiasse le piante per fargli perdere le staffe. Tutto sarebbe cominciato una sera del giugno 2016 quando l’imputato, infastidito dal fumo sprigionato dal barbecue di una sagra, fu rimproverato dalla vicina per aver lanciato un bicchiere contro lo stand allestito al campo sportivo. «Sei stupida? Dovresti lamentarti anche tu» le avrebbe urlato, per poi toccarsi i pantaloni, dicendole che le avrebbe urinato addosso. 

Le intimidazioni 

Da allora i rapporti si sarebbero incrinati e le liti condominiali sarebbero diventate sempre più frequenti. Bastava un niente, secondo l’accusa, per scatenare l’ira del 62enne. In almeno tre circostanze avrebbe lanciato delle uova contro i vicini, una volta anche una secchiata d’acqua mentre la figlia della coppia stava attendendo la madre davanti alla loro abitazione. «Devi morire, sei una strega, tanto tiro una mattonata in testa a te, al cane e a tua figlia» avrebbe urlato, mentre in mutande si toccava i genitali. L’imputato, infatti, era infastidito anche dal loro cane che abbaiava a suo dire troppo spesso.

«Siete gentaccia, pezzi di m...»: era questo il tenore degli insulti che marito e moglie - costituiti parte civile tramite l’avvocato Egle Asciutti del foro di Macerata - sostengono di aver ricevuto per due anni. Una volta si sono visti lanciare pure un piatto davanti alla porta di casa. Poi sarebbero stati minacciati per aver annaffiato le piante con queste parole: «Se trovo ancora la strada bagnata vi succederà molto di peggio». L’imputato nel 2017 aveva sporto denuncia contro il vicino, sostenendo di essere stato picchiato: era stato dimesso con 30 giorni di prognosi dall’ospedale, aveva chiesto 30mila euro di risarcimento, ma alla fine è arrivata l’assoluzione da parte del giudice. Forse è stato questo il “casus belli” che ha portato alle stelle la tensione tra i condomini. Per analizzare alcuni filmati prodotti ieri dal legale delle parti offese, il giudice ha deciso di rinviare la sentenza al prossimo 31 ottobre. 

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