Ancona svolta a destra. Silvetti sindaco: «Un’impresa storica ma sarò il sindaco di tutti»

Ancona passa a Silvetti: «È un’impresa storica sarò il sindaco di tutti»
Ancona passa a Silvetti: «È un’impresa storica sarò il sindaco di tutti»
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Martedì 30 Maggio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 16:05

«Al primo turno avevamo fatto l’impresa. Oggi facciamo la storia». In poche parole, la portata di una vittoria epocale. A pronunciarle è il nuovo sindaco di Ancona. Per la prima volta in 30 anni ad indossare la fascia tricolore non sarà un esponente del centrosinistra. La roccaforte rossa delle Marche è caduta e su Palazzo del Popolo da oggi sventola la bandiera del centrodestra. Con il 51,73% delle preferenze e 21.279 voti - 1636 in più rispetta al primo turno - Daniele Silvetti si è imposto sulla competitor Ida Simonella, ferma al 48,27% (e a 19.854 voti). Il ballottaggio non ha fatto registrare il ribaltone e ora sul capoluogo dorico soffia il vento del cambiamento. Anche l’ultimo tassello della filiera che finora correva da Palazzo Chigi a Palazzo Raffaello, è stato messo al suo posto. E la città - almeno quella parte che da decenni era rimasta in attesa - è esplosa.


I primi seggi

E pensare che l’avvio dello spoglio aveva fatto immaginare uno scenario totalmente diverso.

Fino alla 34esima sezione scrutinata, a guidare era stata Simonella. Poi il sorpasso. E non c’è stata più storia. «Non sapevo neanche di essere dietro all’inizio - ammette il neo sindaco dal suo quartier generale di fronte a Piazza Pertini - quando sono arrivato qui ho sentito un boato e ho capito che stavamo vincendo». La sede che ha fatto da sfondo all’intera campagna elettorale è gremita: tutti incollati agli schermi per monitorare, sezione dopo sezione, l’andamento del voto. E quando il risultato è ormai consolidato, l’esultanza diventa incontenibile. Abbracci, pacche sulle spalle, cori da stadio, qualche lacrime e tanti sorrisi. Si intona Seven Nation Army, più noto come il po po po poo poo che accompagnò la nazionale italiana alla vittoria del Mondiale del 2006. Ed è proprio così che i sostenitori di Silvetti hanno vissuto la giornata di ieri. Si esce in strada - tanto che la polizia locale deve bloccare il traffico - e si brinda ad un momento che per chi ci ha creduto può essere comparato al sollevare la Coppa del Mondo. 

La festa

«Mi hai vendicato», scherza Giacomo Bugaro con l’amico fraterno Silvetti. Lo stesso Bugaro - consulente del governatore Francesco Acquaroli per i rapporti con il capoluogo - che nel 2009 fu battuto dal candidato del centrosinistra Fiorello Gramillano. Ma oggi si racconta un’altra storia e che si tratti di un passaggio spartiacque lo si capisce anche dai pezzi da 90 che arrivano ad Ancona per omaggiare l’uomo che ha fatto l’impresa. Dai parlamentari Elena Leonardi, Guido Castelli, Giorgia Latini, Francesco Battistoni, Stefano Benvenuti Gostoli e Mirco Carloni. Quest’ultimo, insieme ad altri esponenti del centrodestra pesarese ora galvanizzati in vista delle Comunali del 2024. «Oggi Ancona, tra un anno ci pendiamo anche Pesaro», il refrain. Silvetti è atteso a Palazzo del Popolo per le dichiarazioni di rito, ma non va da solo. Dal quartier generale al Comune lo accompagna una fiumana di gente che al suo fianco percorre Corso Garibaldi al grido di «Daniele, Daniele». In Piazza Cavour gli si fa incontro Carlo Ciccioli, capogruppo regionale FdI, un tempo acerrimo nemico ma oggi tra i suoi più leali alleati. L’abbraccio spazza via le vecchie ruggini. 

Il corteo

Intanto, per strada, le macchine suonano il clacson e sventolano bandiere tricolore al passaggio del corteo. E poi su fino alla sala grande della giunta per le interviste con la stampa - anche nazionale, perché il risultato valica di parecchio i confini cittadini - piena all’inverosimile dei suoi sostenitori. Le prime parole alla platea di supporter le pronuncia dal palcoscenico più iconico che possa esserci: i banchi della giunta nell’aula del Consiglio comunale. E quelle parole, «oggi facciamo la storia», fanno esplodere un boato. La parte di Ancona fino ad oggi rimasta silente si riconosce trova in Silvetti il portavoce di un cambiamento promesso e ora da tradurre nella pratica. Ogni passaggio del discorso viene sottolineato da applausi. «Le sfide che ci aspettano sono molto importanti. Le cose buone che sono state fatte - e ne sono state fatte - verranno messe a terra con rispetto del lavoro di tutti. Sulle scelte strategiche, chiederemo la collaborazione delle opposizioni. Sarò il sindaco di tutti gli anconetani». Il buon proposito nella stretta di mano con Simonella di fronte all’aula del Consiglio. E nei primi 100 giorni da sindaco «cercheremo di avere un confronto con dipendenti, sindacati e parti sociali per rendere competitivo Palazzo del Popolo». E ancora: «La soglia di povertà è molto aumentata in città. Il primo impegno preso in campagna elettorale era quello di andare a parlare con le associazioni di volontariato e ora lo farò». 

Il governatore

A Palazzo del Popolo si sparge la voce che il governatore Acquaroli arriverà di lì a poco in Piazza Roma per festeggiare con Silvetti. L’uomo che ne ha blindato la candidatura contro la riluttanza di alcuni partiti alleati - Lega su tutti - e che ha una bella fetta del merito della vittoria. Ci si sposta dunque in quella piazza che ha fatto da sfondo ai comizi di Meloni-Salvini-Tajani e Schlein.

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