Ancona, rapina e minacce nel negozio
Dipendente chiama il 113, due in manette

Ancona, rapina e minacce nel negozio Dipendente chiama il 113, due in manette
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Martedì 15 Dicembre 2015, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 13:03
ANCONA - ​Avevano studiato tutto alla perfezione: negozio, orario di chiusura, abitudini del titolare.
Ma i due malviventi che ieri sera hanno tentato una rapina ai danni di un negozio di alimentari non avevano preso in considerazione il fiuto e la velocità delle “Pantere” della questura.

Verso le ore 20, in via Giordano Bruno, due uomini entravano in un esercizio commerciale tranquilli e sicuri del fatto che a quell’ora il proprietario era solito restare solo all’interno del locale dal momento che provvedeva lui stesso a chiudere il negozio.
A volto scoperto irrompevano all’interno ed incominciavano ad urlare minacciando il proprietario di aprire il registratore di cassa e di consegnare l’intero incasso della giornata.

A quel punto il proprietario, un cittadino extracomunitario di 40 anni, impaurito cercava di chiedere aiuto, gridando a squarciagola e, nonostante gli spintoni e gli strattonamenti, non si allontanava dalla cassa, proteggendo il suo guadagno.

Di fronte alla resistenza dell'uomo i due malviventi cercavano di intimorirlo alzando la voce e facendogli capire che avrebbero usato anche le maniere forti per fargli aprire la cassa.

Ecco quindi che dal retro bottega usciva un dipendente del negozio che intimava ai due rapinatori di fermarsi impugnando il telefono cellulare e componendo il 113 della questura. Ai due, sorpresi da quella presenza e dall’intervento, non restava che fuggire.

Intanto però la telefonata alla centrale operativa della questura era partita e subito era stata inviata sul posto una delle volanti in servizio. I due malviventi venivano quindi intercettati nelle vicinanze.

Subito bloccati venivano identificati come C.J., classe 1994, e P. E., del '93, entrambi italiani, residenti in provincia di Ancona già destinatari di un divieto di soggiornare nel capoluogo dorico.

I due quindi venivano tratti in arresto e associati alla casa circondariale di Montacuto.
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