ANCONA Quella telefonata aveva messo in allarme tutti, alla centrale operativa del 113. «Il primo che passa lo uccido» urlava, completamente ubriaco. Subito la polizia si era attivata per raggiungere il balordo in piazza della Repubblica. Erano le 3 di notte, in giro per fortuna non c’era nessuno.
La ricostruzione
Lui, operaio romeno di 24 anni residente ad Ancona, stordito dall’alcol, alla vista delle Volanti era come impazzito.
In preda ai fumi dell’alcol, diede il peggio di sé nella notte in cui fu raggiunto in piazza della Repubblica. Barcollava davanti al teatro delle Muse e reagì malissimo alla vista degli agenti. Prima un violento pugno sferrato contro la Volante, così forte da ammaccarla, poi le minacce ai poliziotti: «Andate via o farete una brutta fine». Si rifiutava di tirare fuori i documenti per non essere identificato.
«Avete visto a Trieste gli sbirri morti?» disse, alludendo alla sparatoria del 4 ottobre 2019 in cui due agenti furono uccisi da un romeno (poi assolto per vizio totale di mente) con la pistola d’ordinanza rubata a uno di loro. «Vi credete di essere più forti di me? Attenzione alle vostre pistole, siete già morti che camminano», aggiunse in un crescendo di intimidazioni. Fino al delirio: «Vi pago io lo stipendio, cosa credete che non mi posso comprare anche un avvocato? Davanti al giudice dirò che mi avete picchiato e insultato». E invece sarà lui a dover pagare il conto alla giustizia.
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