Era malato, ha ucciso senza un motivo. «Indagate su chi doveva sorvegliarlo»

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona
di Federica Serfilippi
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Domenica 1 Novembre 2020, 08:10

ANCONA  - Perché si è arrivati al delitto di via Saveri? Chi aveva «il dovere giuridico di vigilare, controllare e sorvegliare Michel Santarelli», 25enne jesino gravato da problemi psichici? Sono le domande su cui si basa l’esposto presentato in procura, tramite il legale Marina Magistrelli, dai familiari della 69enne Fiorella Scarponi, uccisa nel suo appartamento all’alba del 3 luglio scorso con un pezzo di vetro impugnato da Santarelli. Il marito, il 74enne Italo Giuliani, era rimasto gravemente ferito. L’aggressore era finito in manette con le accuse di omicidio e tentato omicidio: le sue condizioni avevano fatto propendere il tribunale per la detenzione nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Jesi. 

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Su di lui è in corso una perizia chiesta, nell’ambito di un incidente probatorio, dal gip Sonia Piermartini.

Nell’esposto presentato nei giorni scorsi viene chiesto alla procura di estendere le maglie dell’indagine, andando ad approfondire eventuali mancanze e omissioni, in qualche modo legate al delitto di via Saveri. Il documento chiede agli inquirenti una «valutazione sulla eventuale sussistenza di profili penalmente rilevanti in primis in capo a chi aveva il dovere giuridico di vigilare, controllare e sorvegliare il Santarelli Michel nonché poi in capo a chi, per ragioni di servizio e/o di ufficio, aveva il dovere giuridico di compiere atti connessi a ragioni di sicurezza pubblica». 


In sostanza, «ci si chiede se gli uni e gli altri, ponendo in essere comportamenti adeguati alla effettiva e concreta situazione che caratterizzava da anni il Santarelli Michel, avrebbero potuto evitare la tragedia del 3 luglio e, di conseguenza, se costoro oggi possano essere chiamati a rispondere a titolo colposo dell’omicidio». Come si legge nell’esposto, per i suoi problemi, il 25enne era stato seguito da due cooperative e da uno specialista privato. Una volta 18enne era stato anche preso in carico dal centro di salute mentale dell’ex Murri per «un disturbo di personalità schizotipico–borderline».


Nel 2018, lo psichiatra Vito Veccia aveva rilevato la pericolosità sociale del 25enne, all’epoca indagato in un procedimento per lesioni. Lo specialista aveva anche ritenuto «opportuna la nomina di un amministratore di sostegno con delega di cura», ravvisando che «solo l’aderenza ai protocolli terapeutici ed ai controlli medici è certamente in grado di azzerare la residua pericolosità sociale e la probabilità di reiterazione dei reati». 
«Ci si chiede ancora una volta – si legge nell’esposto - cosa ha fatto in tutto questo tempo chi aveva il dovere di vigilare ed intervenire sul Santarelli per evitare conseguenze non più riparabili». Il documento, riportando le testimonianze dei vicini del 25enne e le sue scalate sulle ringhiere dei terrazzi e di un’incursione nel condominio con una spranga di ferro, parla di «delitto annunciato». 

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