ANCONA - Scatta il fermo pesca ad Ancona da oggi fino al prossimo 9 settembre. Lo stop chiude un anno difficile per il mare e per la filiera del pesce. Un anno impervio che ha messo a dura prova il settore ittico presentandogli un conto, troppe volte, salato. Prima il caro-gasolio che ha costretto i pescherecci a fermarsi per protestare contro gli aumenti del carburante. Proteste lunghe che hanno interessato Ancona, le Marche e più in generale l’Italia intera. Poi i mancati ristori per i quali, in tanti, sono ancora in attesa. Infine l’alluvione che si è abbattuta tra maggio e giugno nel centro-Italia colpendo, inevitabilmente, anche il mare e creando una sorta di psicosi nella popolazione che si è riflessa nell’acquisto del pesce.
«Aspettiamo gli aiuti»
«E’ stata una stagione veramente difficile per la pesca - spiega Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona - Il caro gasolio, gli scioperi che hanno fatto seguito, i primi risultati con i prezzi che calavano ma le difficoltà erano sempre presenti.
«Sotto Covid più richiesta»
Per le vongolare il contesto è stato pressoché simile. Domenico Lepretti, numero uno del Co.Ge.Vo. Ancona, ha tracciato il proprio bilancio fornendo anche qualche particolare interessante rispetto al recente passato: «Il mercato non ha fatto riscontrare grandi esigenze e noi, di conseguenza, ci siamo dovuti attenere. Paradossalmente sotto Covid, con la gente in casa, la richiesta del prodotto era maggiore». E ancora: «Abbiamo vissuto un’annata strana. L’alluvione ci ha penalizzato ma, soprattutto, perchè si sono generate voci sbagliate legate all’inquinamento. Ancora oggi c’è chi chiede spiegazioni nonostante rassicurazioni autorevoli. Speriamo di ripartire con una marcia giusta per il futuro».