ANCONA - Deve aver fatto propria la filosofia del “less is more”, il Comune dorico. “Il meno è di più”. Lo stracitato motto, coniato dall’archistar tedesco Mies van der Rohe, è arrivato fino a qui. Ad Ancona, nel frangente di una corsa contro il tempo per tagliare il nastro dell’appuntamento del 18 dicembre, data d’inizio dello screening di massa. L’operazione, voluta dalla Regione, mette in campo 2,2 milioni di tamponi antigenici rapidi per tracciare e isolare il più possibile il virus. «Sarà una foto della situazione attuale, un’indagine che servirà agli epidemiologici per capire quanto siano efficaci le misure prese fin qui», Giovanni Guidi cura la messa in pratica del piano di prevenzione.
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Il direttore dell’Area vasta 2 l’aveva detto fin dall’inizio: «Conta mettere insieme la squadra, che dovrà essere importante, competente». E allora tocca sfrondare al massimo, per evitare di fallire l’obiettivo. Non più quattro fortini anti-pandemia e sei persone a postazione, come s’era pensato di fare. No, l’operazione semplificazione sembra che si concentri in un solo luogo: al Palaindoor. Il grande stadio di atletica della Montagnola, servito da un mega parcheggio, ieri è passato sotto la lente d’ingrandimento d’un sopralluogo. Uno accanto all’altro, l’hanno effettuato l’assessore Stefano Foresi e il direttore del distretto sanitario 7 di Ancona Franco Dolcini. Parrebbe essere la scelta ideale per ridurre gli assembramenti. Perché il traguardo che s’è posto Palazzo Raffaello sulla piazza dorica - far passare almeno 70-80mila anconetani attraverso la prova dei test rapidi entro il 23 dicembre - non può prescindere dal tentare di disinnescare quel rischio. E sarà necessario, per allentare il nodo del personale, snellire la squadra che verrà messa in campo. Sarà di otto, dieci persone al massimo, spalmate su due fasi: confermati i ritmi, dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20.
A ognuno il suo. Un tecnico-amministrativo sarà destinato all’accettazione, due infermieri per turno eseguiranno, materialmente, i tamponi, un medico leggerà il risultato, il personale di supporto lo comunicherà. Chi accetterà di aderire alla sfida, se risulterà negativo, in una mezzora sarà fuori dal meccanismo. In caso contrario, con esito positivo, passerà subito alla verifica molecolare.
Fine della partecipazione alla prevenzione di massa, gratuita e volontaria. «L’ingranaggio - riprende la parola Guidi - deve girare come una catena di montaggio, con gli operatori fissi nei posti assegnati e i cittadini che sfilano di fronte».
Altro cambio di passo: niente test in auto.
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