FABRIANO - La cameriera le fa causa e la ristoratrice risponde con una vendetta: auto sfregiata dagli insulti, pedinamenti e telefonate mute. È questo il quadro accusatorio che ha fatto finire a giudizio per stalking una fabrianese di 50 anni, ex datrice di lavoro della donna che, nel giro di quattro mesi, aveva subito plurimi danneggiamenti alla sua utilitaria. In almeno due occasioni si era ritrovata su entrambe le fiancate e il cofano una scritta pesantemente offensiva che la paragonava a una squillo. Ieri, davanti al giudice Martina Marinangeli, dovevano essere ascoltati i testimoni della difesa e l’imputati, ma l’udienza è slittata al 10 novembre.
I fatti
I primi episodi di stalking si sarebbero verificati a partire dall’ottobre del 2016.
L'auto
L’utilitaria era stata graffiata più volte, sia sul cofano che sulle fiancate. Erano state lasciate anche delle parole ingiuriose, rivolte alla vittima. In un’occasione, la donna aveva dovuto fare i conti con la rottura di un tergicristallo. Su consiglio dei carabinieri, la cameriera aveva poi iniziato a lasciare l’auto nei pressi delle telecamere cittadine. E proprio in un raid sarebbe stata immortalata la danneggiatrice. Che per la difesa, rappresentata dall’avvocato Gabriele Galeazzi, non corrisponderebbe in alcun modo ai tratti dell’imputata, che rigetta ogni contestazione. La vittima avrebbe ricevuto anche telefonate mute, per l’accusa riconducibili all’ex datrice di lavoro.