ANCONA Dicembre 2023, era questa la deadline fissata dall’Erap per il termine della riqualificazione dell’area Ex Iacp di via Marchetti. Orizzonte temporale che va a spostarsi ancora più in avanti, per l’ennesima volta. E il quartiere insorge. «Chiediamo che vengano portati avanti i lavori utilizzando i fondi statali agganciati con il Bando Periferie» tuona Stefania Gabbianelli, pasionaria portavoce dei residenti. Una situazione al limite, che ha spinto i con domini ad inviare una lettera al sindaco Daniele Silvetti e alla giunta.
La protesta
«Vogliamo che venga portato a termine il progetto di riqualificazione del quartiere ex Iacp». È questo l’incipit, dal tenore perentorio, della missiva indirizzata a Palazzo del Popolo a firma dei residenti.
La road map
L’inizio della storia risale al 2016, quando i privati residenti si costituirono in un supercondominio per l’intercettazione dei fondi statali messi a disposizione dal Bando Periferie Degradate, che nel 2017 aveva destinato al capoluogo ben 12 milioni per la riqualificazione della periferia nord (3,2 milioni all’ex Iacp). L’emendamento al Decreto Milleproroghe ha creato il primo inciampo, poi superato. Ma 2 anni dopo si sono abbattute una sciagura dietro l’altra: Covid, guerra in Ucraina con tutti gli effetti conseguiti. Risultato: il quartiere è ancora nel pieno di un’impasse che non riesce ad essere risolta. «Ogni volta che piove ci troviamo con le cantine allagate, la rete fognaria che si blocca e i topi che attraversano i palazzi. Non possiamo andare avanti così» lamenta Gabbianelli.
In tutto, l’investimento previsto per il restyling dell’ex Iacp ammonta a 4,9 milioni di euro, di cui esattamente 3.192.111 euro il contributo assegnato dal Mit nel Bando Periferie, 400 mila euro i fondi stanziati dall’Ente regionale per l’abitazione pubblica (l’Erap Marche) e 1,3 milioni la parte di investimento che riguarda i 63 proprietari privati. L’intervento riguarda 21 edifici, per 137 alloggi e 450 residenti. «È una situazione difficile ma si deve trovare una via» auspica la portavoce dei residenti. Da ciò il pressing sul Comune per non far abbassare l’attenzione su un pezzo di città che sogna di poter uscire dal degrado. Ma la luce in fondo al tunnel si allontana ogni volta di più.
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