Ex Iacp, restyling ancora al rallentatore ad Ancona: «Finito solo un edificio su 21»

Ex Iacp, restyling ancora al rallentatore: «Finito solo un edificio su 21»
Ex Iacp, restyling ancora al rallentatore: «Finito solo un edificio su 21»
di Andrea Maccarone
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Martedì 3 Ottobre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 14:34

ANCONA Dicembre 2023, era questa la deadline fissata dallErap per il termine della riqualificazione dell’area Ex Iacp di via Marchetti. Orizzonte temporale che va a spostarsi ancora più in avanti, per l’ennesima volta. E il quartiere insorge. «Chiediamo che vengano portati avanti i lavori utilizzando i fondi statali agganciati con il Bando Periferie» tuona Stefania Gabbianelli, pasionaria portavoce dei residenti. Una situazione al limite, che ha spinto i con domini ad inviare una lettera al sindaco Daniele Silvetti e alla giunta.

 

 

La protesta 


«Vogliamo che venga portato a termine il progetto di riqualificazione del quartiere ex Iacp». È questo l’incipit, dal tenore perentorio, della missiva indirizzata a Palazzo del Popolo a firma dei residenti.

Dal 2016, data di inizio dei lavori «è stata realizzata solo una palazzina - sottolinea Gabbianelli - mentre per un’altra sono iniziati i lavori, ma sono ancora in corso d’opera». Lungaggini dovute ad una serie di problematiche che, ad onor del vero, hanno coinvolto tutto il settore dell’edilizia: prima il Covid, poi il rincaro delle materie prime. La ciliegina sulla torta: il Superbonus, che ha praticamente reso introvabili ditte e manodopera. Una corsa contro il tempo, ma soprattutto costellata di ostacoli che hanno causato ritardi su ritardi. E in tutto questo i residenti hanno perso la pazienza. «Sentiamo parlare di Grande Ancona, di Notti Bianche, di eventi per il rilancio della città - incalza la portavoce dei dannati di via Marchetti -, ma prima ci sono da finire tutti quei cantieri iniziati e ancora in sospeso». 


La road map 


L’inizio della storia risale al 2016, quando i privati residenti si costituirono in un supercondominio per l’intercettazione dei fondi statali messi a disposizione dal Bando Periferie Degradate, che nel 2017 aveva destinato al capoluogo ben 12 milioni per la riqualificazione della periferia nord (3,2 milioni all’ex Iacp). L’emendamento al Decreto Milleproroghe ha creato il primo inciampo, poi superato. Ma 2 anni dopo si sono abbattute una sciagura dietro l’altra: Covid, guerra in Ucraina con tutti gli effetti conseguiti. Risultato: il quartiere è ancora nel pieno di un’impasse che non riesce ad essere risolta. «Ogni volta che piove ci troviamo con le cantine allagate, la rete fognaria che si blocca e i topi che attraversano i palazzi. Non possiamo andare avanti così» lamenta Gabbianelli. 


In tutto, l’investimento previsto per il restyling dell’ex Iacp ammonta a 4,9 milioni di euro, di cui esattamente 3.192.111 euro il contributo assegnato dal Mit nel Bando Periferie, 400 mila euro i fondi stanziati dall’Ente regionale per l’abitazione pubblica (l’Erap Marche) e 1,3 milioni la parte di investimento che riguarda i 63 proprietari privati. L’intervento riguarda 21 edifici, per 137 alloggi e 450 residenti. «È una situazione difficile ma si deve trovare una via» auspica la portavoce dei residenti. Da ciò il pressing sul Comune per non far abbassare l’attenzione su un pezzo di città che sogna di poter uscire dal degrado. Ma la luce in fondo al tunnel si allontana ogni volta di più.

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