ANCONA - Cestini dei rifiuti stracolmi e strabordanti, dozzine di bottiglie di birra lasciate per terra, mozziconi di sigarette come se piovessero, buste di carta con tanto di fiocchi e nastrini, lattine di cibo sparse qua e là. Ecco come si presentava ieri mattina l’area verde di via Camerano, proprio a ridosso dello sgambatoio per cani e di uno degli ingressi delle scuole Sabin, alle Grazie.
Scene di degrado frutto, probabilmente, di una festa improvvisata al parco dove devono aver regnato due imperativi categorici: bere alcol e lasciare i rifiuti a terra senza alcun ritegno.
In particolare, è a ridosso delle panchine che dovrebbe essersi svolto il party vandalico. È qui, infatti, che ieri si potevano notare cumuli di bottiglie e lattine di alcol, tra birra e vodka. Una quarantina quelle bevute, in tutto, racchiuse in un fazzoletto di pochi metri quadrati. Ma non solo. Il parco è stato tappezzato di mozziconi di sigarette e dei loro contenitori vuoti.
Un gesto incivile e sconsiderato, se si considera l’elevato rischio incendi in questa stagione. In un passaggio non molto lontano delle panchine è stato creato una sorta di “sentiero” con le bottiglie, come se fossero state lasciate per ricalcare le briciole di Pollicino. In questo caso, però, nessuna traccia di pane, ma solo di rifiuti che, prima o poi, dovranno essere raccolti e smaltiti.
Nel quadro dell’incuria hanno trovato posto anche le scatolette di cibo. Nel passaggio pedonale che conduce all’incrocio con via Torresi, i bidoni della spazzatura ieri erano strapieni.
Situazione che deve aver portato i cittadini a pensare di poter lasciare i rifiuti attorno ai contenitori, accumulando buste su buste, ma anche lattine, detersivi, scarti di cibo e i residui della carbonella, con la speranza che non sia stata utilizzata per un barbecue illegale all’interno del parco. L’area, per le condizioni in cui versava ieri, aggiunge degrado a quello già denunciato nei mesi scorsi dai residenti di via Torresi, costituitisi in un comitato. A giugno i cittadini avevano legato, come forma di protesta, dei lenzuoli, alle ringhiere che perimetrano le scuole Savio. «Il quartiere non è un ghetto, merita rispetto» aveva detto, portando all’attenzione dell’amministrazione alcune problematiche, come i marciapiedi rotti, i ferri arrugginiti lungo la strada e l’erba incolta.