ANCONA - Sorpresi a guidare i mezzi di servizio senza mascherina, vengono sanzionati da Conerobus. Impugnano il verbale e portano il datore di lavoro in tribunale, ma il giudice rigetta il ricorso: nessun illecito nei provvedimenti notificati dall’azienda di trasporto coordinata dal presidente Muzio Papaveri.
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La sentenza emessa dal giudice civile Andrea De Sabbata ha disatteso le tesi presentate da due autisti Conerobus, sanzionati lo scorso autunno (tra ottobre e novembre) quando erano stati impiegati nelle linee urbane di Ancona.
Nei giorni scorsi, la decisione del giudice con il rigetto dei ricorsi presentati dagli autisti e la conferma della validità delle sanzioni notificate dall’azienda, rappresentata in udienza dallo studio romano Malena & Associati. Conerobus aveva contestato ai lavoratori di essere venuti meno all’ordine di servizio legato all’obbligatorietà della mascherina, norma conforme alle disposizioni e ai protocolli nazionali. Da quanto emerso, non si sarebbe trattato di una dimenticanza o una disattenzione, quanto di una scelta.
I ricorsisti si sarebbero invece difesi sostenendo che la mancanza di mascherina, abbassata sotto il mento, era attribuibile a un solo frangente nell’arco di tutto l’orario di servizio alla guida del bus. Uno “sgarro” non determinato dalla volontà di infrangere le regole. Il presidente Conerobus, Papaveri: «Parliamo di casi isolati a fronte di 390 autisti che dipendono dall’azienda. Come chiediamo agli utenti di indossare la mascherina quando salgono sul bus, e se non la hanno li invitiamo a scendere, così pretendiamo dai nostri operatori il rispetto delle regole». Da dieci giorni le scuole hanno riaperto i battenti con la Dad al 50%: «La capienza dei bus è al 50% e rispettiamo le regole che ci vengono date. Il servizio fornito all’utenza sta funzionando bene e le corse, alcune delle quali gemelle, sono sufficienti».