Non c'è pace nelle case di riposo: scoppiano nuovi focolai, scatta la corsa al programma di vaccinazione

Torna alto l'allarme Covid nelle case di riposo
Torna alto l'allarme Covid nelle case di riposo
di Stefano Rispoli
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Sabato 9 Gennaio 2021, 05:35

ANCONA - Non c’è pace per le case di riposo. Il virus si è di nuovo insinuato nelle residenze sanitarie. Torna alto l’allarme cluster, dopo che l’altra notte le ambulanze hanno fatto la spola tra l’ospedale e l’istituto Gerundini di Falconara per ricoverare tre anziane con problemi respiratori.

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Erano positive al Covid, come quasi tutti gli ospiti della struttura (18 su 19) e una larga maggioranza di operatori, una ventina.

Per fortuna la situazione, ancorché d’emergenza, è stata affrontata con tempestività: nessun paziente né dipendente versa in gravi condizioni, ma vista la fragilità delle persone assistite nella casa albergo, la prudenza non è mai troppa. 


In provincia i focolai generati dal Covid sono tornati a far paura. A Senigallia, da fine novembre la residenza della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti combatte contro un virus che, per la sua volatilità, sembra avere una maggiore capacità di infettare le persone rispetto alla prima ondata della pandemia. L’ultimo aggiornamento parla di 54 ospiti contagiati su circa 250: un trend comunque in diminuzione, considerando che si era arrivati al picco di 97 a dicembre. In trincea c’è anche la Rsa sanitaria di Corinaldo, gestita dall’Asur: qui sono 12 gli anziani infettati dal virus. Due positivi alla casa di riposo di Ostra Vetere: un ospite e un membro del personale. Sono scesi a 3 (da 5) i degenti positivi alla casa di riposo Vittorio Emanuele II di Jesi. Nessun allarme, invece, nelle altre residenze sanitarie dell’Anconetano: il Ceci di Camerano è Covid free dall’inizio della pandemia, tutti negativi i tamponi a cui si sono sottoposti i 102 ospiti e i 73 dipendenti della struttura il 4 e 5 gennaio. Nessun positivo tra i 23 anziani della casa albergo La Ginestra di Chiaravalle.

E il virus si sta tenendo alla larga anche dalla residenza protetta Marotti di Montemarciano, da quella di Sassoferrato e pure dal Santa Caterina di Fabriano, dove dall’ultimo screening è emerso che tutti gli operatori e i degenti sono negativi, ad eccezione di un ospite che è positivo da ottobre. 


Ma l’allarme resta rosso fino a quando non interverrà il bazooka del vaccino. Ci siamo quasi. Dovrebbe cominciare la profilassi anti-Covid nelle Rsa della provincia. Prima, però, c’è da completare la “fase zero”, come sottolinea Massimo Magi, segretario regionale del Fimmg, la federazione dei medici di Medicina generale che in questi giorni si stanno vaccinando insieme ai medici in formazione e al relativo personale di studio. Entro martedì la profilassi dovrebbe essere completata. Dopodiché, 15 équipe territoriali della provincia, che contano 396 medici di famiglia, 25 collaboratori e 8 infermieri, potranno attivarsi per la vaccinazione di ospiti e operatori delle Rsa. Tre squadre saranno operative solo nel capoluogo.

«L’adesione tra i medici è stata altissima - rileva Magi -. Ora aspettiamo il completamento della fase zero e l’arrivo del kit informatico per le registrazioni, come computer, tablet, stampanti e lettori ottici. A quel punto saremo pronti per la campagna di vaccinazione nelle Rsa già dalla prossima settimana». Sono circa 3700 gli anziani a cui verrà inoculata l’iniezione. «Nel giro di 10-12 giorni dovremmo portare a termine l’operazione in tutta la provincia - aggiunge Magi -. Il richiamo avverrà entro la fine di gennaio. La base è sempre volontaria, ma noi consigliamo fortemente il vaccino perché, insieme ai dispositivi di protezione, è l’unico altro missile che conosciamo contro il Covid». 

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