ANCONA Il parco del Cardeto, si sa, è un pallino del sindaco Daniele Silvetti. Ci ha battuto parecchio in campagna elettorale. E adesso che ha preso i comandi della cabina di regia, si è buttato a capofitto sulla questione. Obiettivo: «Valorizzare questo contesto dal punto di vista storico e culturale» afferma il primo cittadino. Come? «Intanto accorpandolo al Parco del Conero» replica Silvetti utilizzando un altro refrain lanciato proprio durante i giorni della caccia al voto. Fino a svelare un’idea inedita: «La parte alta del percorso da mare a mare» annuncia.
La proposta
Nella bussola di Silvetti la capillarità dei collegamenti interni alla città rappresentano il Nord.
La riqualificazione
All’interno del parco del Cardeto ci sono volumi e spazi che, in effetti, fanno gola ad enti e associazioni. La vecchia amministrazione aveva ipotizzato uno scenario di riutilizzo: oltre alla caserma Stamura, che occupa un’area di 4.580mq, una biblioteca multimediale da 235 mq, un caffè letterario con terrazza panoramica, un servizio di bike sharing e spazi dedicati alle associazioni culturali e alla didattica dell’Università. Questo negli intenti della giunta Mancinelli. Silvetti, invece, vorrebbe «valutare la disponibilità di realizzare, all’interno di alcuni edifici del parco, aule didattiche destinate a centri di educazione ambientale - ipotizza Silvetti -, su questo i primi interlocutori saranno le associazioni del mondo ambientalista per capire quali sono i loro input». Tra le priorità del sindaco, nella valorizzazione del Cardeto, c’è quella di «ridare dignità ad uno dei luoghi storici - afferma - ovvero il cimitero ebraico, che appartiene al tessuto socio-culturale del capoluogo. Per questo mi incontrerò in sinagoga con la comunità ebraica di Ancona per discutere proprio di questo». E continua: «Per me come sindaco - ribadisce - quello del parco del Cardeto diventa uno dei banchi di prova importanti su cui ci vogliamo misurare, in continuità rispetto al concetto di decoro urbano».
Il degrado
Una sfida che il sindaco intende vincere, senza se e senza ma. È stata una delle promesse fatte in campagna elettorale, e ora non può più fare retromarcia. Anche perché basta varcare il cancello del parco che sembra di essere piombati nel video di “Thriller” di Michael Jackson: fronde di alberi che invadono la strada, cespugli come inquietanti braccia protese in avanti, cancelli arrugginiti e serrati da catene che giacciono sulle inferriate. Per non parlare degli edifici diroccati, con le finestre semichiuse da vecchie persiane in legno, marce e in buona parte andate in pezzi. Definirlo un parco dell’orrore non è nemmeno una battuta. É in uno stato terrificante di giorno, figuriamoci la sera. Un vero peccato. Perché il Cardeto è posizionato in uno dei punti panoramici più suggestivi della città. E in un’ottica di collegamento con gli altri luoghi strategici, potrebbe diventare il simbolo del rilancio del capoluogo.