Ragazzini padroni sul bus, minacce e insulti all’autista. Per mezz’ora sequestrano un mezzo della linea C con due passeggere a bordo

Ragazzini padroni sul bus, minacce e insulti all’autista. Per mezz’ora sequestrano un mezzo della linea C con due passeggere a bordo
Ragazzini padroni sul bus, minacce e insulti all’autista. Per mezz’ora sequestrano un mezzo della linea C con due passeggere a bordo
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:23

ANCONA - Una guerriglia urbana. Spazi graffiati, nel profondo, dal disagio dei più giovani che cercano sfogo in azioni imponderate. Capita così che alla fine d’una giornata di dicembre, come tante, un nugolo di ragazzini rabbiosi decida di sequestrare per una mezz’oretta un autobus fermo al capolinea, nell’attesa che scatti l’orario di partenza. L’azione muove i suoi illogici gesti in piazza Cavour, centro pieno di Ancona, nell’ora in cui la gente fa ritorno a casa dopo una giornata di lavoro. Il tempo del viavai dei pendolari. 

 
Gli irriducibili 
Sono da poco trascorse le 19 di fronte alla linea C, quella che conduce a Chiaravalle. È lì che s’innesca il blitz degli irriducibili: alcuni restano a terra, due salgono a bordo e bloccano le porte, sfruttando l’attimo del cambio d’autista. Due ragazze aspettano, sedute, l’inizio di quel viaggio della consuetudine. Poi, il panico. Per una trentina di minuti restano, impaurite, in balia dei baby-bulli. Inutili, le incitazioni che arrivano dall’esterno. «Scendete, scendete», gridano in molti battendo i palmi delle mani sui finestrini. Parole al vento, la coppia di scalmanati non si scoraggia, non indietreggia d’un passo. Solo i poliziotti, giunti su una Volante, ci riescono, obbligandoli a uscire, portandoli in questura. La linea C parte, ma già alla fermata successiva, in piazza Roma, si ricomincia con le intimidazioni. L’autista fa salire, veloce, le due persone in attesa, chiude subito le porte. Si accorge d’essere stato seguito, di corsa, da quel che resta della banda. Sono di nuovo minacce e offese. Una liturgia di improperi irripetibili.

L’uomo, a quel punto, chiama il quartier generale dell’azienda per essere sostituito: è troppo agitato e non si sente di proseguire. Lo avrebbe fatto, ma solo da passeggero. Fine di una cronaca, che non è un caso isolato. 


Il sindacalista 
Ricompone una trama sfilacciata da tempo, Andrea D’Inverno. «Abbiamo avuto il periodo dei giovani che si divertivano a tirare pietre contro i finestrini dei bus, sempre in piazza Cavour. Poi c’è stata l’epoca del laser puntato sugli specchietti per infastidire i conducenti». Il rappresentante della Rsu di Conerobus, sotto la bandiera della Cgil, arricchisce di dettagli questa brutta storia che viene da lontano. «Sono almeno cinque, sei anni che questi episodi si ripetono. Vogliamo ricordare le scorribande sui pullman per Portonovo? Era un po’ che non si sentivano più. Pensavo che si fossero placati». Tutt’altro. «L’unica soluzione - segue la logica d’un amaro ragionamento il sindacalista - ritengo che sia rafforzare al massimo i controlli sul territorio. Ci vorrebbero degli agenti in borghese per sorprenderli. Bloccarli».


L’identikit
I provocatori degli autobus, che invadono anche i negozi del centro, infastidiscono passanti e non smettono di terrorizzare i coetanei, di solito scendono alle fermate Torrette o Collemarino. Età e provenienza geografica non fanno la differenza. È così che li raccontano. 

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