Auchan-Conad: passaggio con il brivido. È incognita dipendenti, tremano in 600

Auchan-Conad: passaggio con il brivido. È incognita dipendenti, tremano in 600
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Lunedì 30 Dicembre 2019, 03:40

ANCONA Ci siamo, o meglio ci siamo quasi. A gennaio con il maquillage dell’ipermercato della Baraccola (ai primordi era Joyland, che lasciò spazio all’era di Auchan) il passaggio di testimone dei marchi della grande distribuzione a Conad compirà un passo importante. Ma non definitivo, perché sotto il cielo dei supermercati le incertezze sono ancora tante. Soprattutto per i lavoratori. 

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Vediamo perché. Nelle Marche sono 29 i punti vendita con il marchio Auchan e Sma, di questi 19 sono già passati o sono inseriti tra quelli che dovranno passare sotto l’insegna Conad da qui a marzo. In provincia di Ancona l’operazione è stata compiuta a chiaravalle, Jesi, Fabriano, Ancona via Trieste, Ancona via Tenna. I 19 punti vendita fanno parte della rete Conad, nella quale potrebbero entrare altri 45, 21 sono ipermercati per i quali è stata annunciata la riduzione della superficie dal 30 al 50%, degli altri 24 ancora non è dato sapere. Ad Ancona e provincia l’insegna Conad si è accesa in 11 punti vendita per 670 dipendenti, restano ancora fuori Falconara via Umbria, Osimo via Molino, Castelfidardo via Montessori per un totale 97 dipendenti.

L’Auchan della Baraccola ha 166 dipendenti e un futuro che è un’incognita e preoccupa. Non si sa quando passa di mano (era previsto a fine gennaio-inizio febbraio, potrebbe slittare a marzo), né se subentra un socio, chi sia il socio e a quali condizioni, e se intende tagliare le superfici. A proposito di tagli, aleggiano gli spettri degli esuberi. Intanto il rischio è per i 97 dipendenti dei tre punti vendita che non sono ancora sotto l’egida Conad: non si sa se siano destinati e essere venduti, né chi sia il possibile interlocutore. Poi il centro commerciale di via Scataglini, con i suoi 166 dipendenti, dove la differenza la farà la superficie di vendita: se e quanto verrà ridotta, se e quanti lavoratori chi andrà a prendere quelle superfici sarà disposto a riassorbire. In attesa anche i circa 100 dipendenti degli uffici dislocati sopra il centro commerciale della Baraccola e nella sede di Offagna.

 


Infine: i 117 lavoratori del deposito. È il capitolo (spinoso) della logistica. La vecchia sede di via Edison a Osimo era stata ceduta come ramo d’azienda a una società specializzata con esclusiva di preparazione per lo Sma, oggi non si sa nulla sulla riorganizzazione della logistica, ma sembra di capire che non sia ricompreso il deposito di Osimo. Anche in questo caso, rischiano di prendere corpo i fantasmi del licenziamento. E su tutto pende la spada di Damocle del parere dell’Antitrust che ha puntato la lente su 147 realtà in Italia, di cui parecchie nelle Marche e in particolare in Ancona: le verifiche hanno fatto sorgere il sospetto di abuso di posizione dominante. La Conad va avanti, annunciando di rimettersi alla decisione dell’Antitrust che verrà resa nota il 20 gennaio prossimo. I sindacati sono in allerta, con scioperi e comunicati cercano di avere chiarezza. 

Le categorie del commercio Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil parlano di «operazione chirurgica precisa, ma non indolore quella messa in campo da Conad dopo l’acquisizione del pacchetto azionario di Auchan-Sma». Spiegano: «Mentre si auto proclama l’unico operatore del settore in grado di salvare Auchan dal fallimento, smembra il colosso francese, tiene per sé le realtà performanti e lascia sul campo punti di vendita diretti, affiliati, sedi logistiche e sedi secondarie per i quali l’unica certezza è che per il momento il piano industriale non li contempla». Mentre si tagliano i nastri di inaugurazione che segnano il riavvio dei punti vendita acquisiti, proseguono i sindacati, «viene annunciata sui tavoli di confronto sindacali la vendita delle realtà in sovrapposizione con la rete Conad, ma restano segreti i soggetti e soprattutto rimane in bianco la garanzia della salvaguardia occupazionale che non può essere soddisfatta dal mantenimento dell’organico in forza all’atto del passaggio garantito dalla legge nei punti vendita acquisiti».

Significa invece «creare le condizioni affinché sia data una opportunità di impiego a tutti i profili professionali».

Le Regione Marche, per Filcams, Fisascat e Uiltucs, «è candidata a pagare un prezzo che non può permettersi: il mercato del lavoro locale già ferito dalla crisi del manifatturiero, non sarà in grado di riassorbire questa ulteriore perdita di posti di lavoro». A tremare sono gli oltre 600 dipendenti distribuiti tra sede amministrativa, deposito di Osimo, punti vendita non performanti, con superfici più grandi che potrebbero essere ridotte e riportare esuberi e i tanti negozi di vicinato legati a Sma dal rapporto di affiliazione commerciale che sembrano non interessare a Conad.

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