Attesa di oltre un anno per una mammografia, così l'ospedale di Torrette è in apnea

Attesa di oltre un anno per una mammografia, così l'ospedale di Torrette è in apnea
Attesa di oltre un anno per una mammografia, così l'ospedale di Torrette è in apnea
di Martina Marinangeli
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Lunedì 7 Agosto 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:29

ANCONA - Tra le criticità che minano il corretto funzionamento del Sistema sanitario regionale, l’impatto maggiore sulla vita dei cittadini ce l’hanno i lunghi tempi di attesa per vedersi garantiti esami e visite. Un problema cronico che investe tanto le Marche quanto le altre regioni e aggravato dal biennio nero del Covid che ha fatto saltare tutte le agende. E la criticità non riguarda solo piccoli ospedali o ambulatori di provincia, ma anche il centro nevralgico della sanità regionale, ovvero l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche.


Il monitoraggio


Basta guardare il monitoraggio dei tempi di attesa che periodicamente viene pubblicato da Torrette (nel caso che prendiamo in questione, il più aggiornato sul sito dell’ospedale, si fa riferimento al mese di maggio).

La criticità si riscontra in tutti e tre gli ordini di priorità: brevi (prestazioni da eseguire entro 10 giorni), differite (entro 30 giorni per le visite, entro 60 per gli accertamenti diagnostici) e programmabili (entro 120 giorni). E a far registrare il record negativo sono le prestazioni sulle donne. Infatti, la maglia nera va alla mammografia monolaterale, per la quale il tempo medio di attesa si assesta sui 497 giorni per una programmata e su 173 giorni per una differita. Male anche la mammografia bilaterale: qui si devono attendere in media addirittura 191 giorni per una prestazione breve - che di norma dovrebbe essere fatta nell’arco di 10 giorni - 204 per una differita e 364 per una programmata. Non si salvano neanche le ecografie al seno: per le programmate, i tempi medi di attesa vanno dai 141 giorni della monolaterale ai 347 della bilaterale. E ancora: per una visita urologica con priorità P ci si assesta in media sui 184 giorni; per una polipectomia all’intestino crasso , sui 347 giorni. Ma cosa c’è che non va? Se è vero che Torrette, come tutti i presidi ospedalieri e sanitari d’Italia, è andato in sofferenza dopo l’emergenza pandemica che per due anni ne ha di fatto bloccato l’attività, presenta una criticità in più: in quanto polo d’eccellenza, molti pazienti vogliono curarsi qui, anche per patologie che non richiedono l’alta specializzazione che garantisce il nosocomio. 


Le radici del problema


Una questione che ha radici ancora più profonde. «Il territorio non drena la domanda di prestazioni e questo, in parte, intasa la nostra azienda ospedaliera - osserva il direttore generale di Torrette Armando Gozzini -. È un presidio altamente tecnologico e richiama le persone: tutti vorrebbero curarsi qui, anche quando potrebbero essere tranquillamente presi in carico da ospedali del territorio». Di qui la necessità di un’inversione di rotta. «È l’intero sistema che, in prospettiva, deve cambiare - abbozza una ricetta il dg -: la cura di secondo livello si dovrà concentrare negli ospedali, mentre quella di primo livello dovrà essere presa in carico dalle strutture del territorio. Anche perché è il medico a fare la differenza, non la struttura. E di medici bravi ne abbiamo in tutta la regione». Una boccata d’ossigeno a Torrete potrebbe darla il nuovo Inrca che, una volta completato, dovrà svolgere la funzione di ospedale di rete. Ma intanto, su certe prestazioni si rischia di andare in apnea. E non è solo l’Azienda ospedaliero universitaria ad essere in sofferenza. Anche l’Inrca di Ancona presenta criticità: analizzando l’ultima rilevazione ex post pubblicata sul sito dell’ospedale e aggiornata ad aprile, quasi una visita pneumologica su due non è stata erogata entro i tempi massimi richiesti dalla normativa (il 41% dei casi). Per le visite endocrinologiche, le deadline sono state centrate nel 67% dei casi. Sulle liste di attesa c’è ancora tanto da fare.

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