ANCONA - Bollette, caro vita, inflazione. Chi non ce la fa più si disfa dei gioielli di famiglia e approfitta del momento favorevole al cambio in cash. Perché da dicembre dell’anno scorso il prezzo dell’oro è schizzato, come bene rifugio di fronte alla crisi, arrivando a toccare punte di 59 euro al grammo. E ora si è assestato sui 55,5. Da qualche mese i Compro Oro hanno visto un incremento, seppure ancora non determinante, di persone che si avvicinano al banco per far stimare catenine, bracciali, anelli.
Insomma, i classici effetti personali che fanno parte di una vita, ma che alcuni ora si vedono costretti a barattare col denaro in contante per far fronte alle difficoltà provocate dall’aumento vertiginoso del costo della vita.
Le difficoltà
La congiuntura è pesante per tutti, tanto che non sono più solo le fasce più fragili della popolazione a ricorrere alla vendita dei propri gioielli per affrontare il costo della vita. «Siamo passati da una clientela di fascia più modesta a quella medio-alta - spiega Massimo Tombari, titolare di Oro & Euro ad Ancona -.
Necessità di vendere
Di solito quando si arriva a vendere i preziosi a cui inevitabilmente si è legati da affetti profondi, vuol dire che la necessità di liquidità ha nettamente superato il sentimento. E succede pure che qualcuno si sbottoni e ammetta che il momento di difficoltà sia causato proprio dall’innalzamento del costo della vita. Ormai non è nemmeno raro trovare famiglie senza acqua o senza gas per debiti accumulati da bollette non pagate. «Qualche cliente lo ammette proprio - afferma Cristina Marina, titolare di Oromoney a Senigallia -. Molti spiegano di dover vendere perché ne hanno bisogno impellente e lasciano intendere che tra le cause ci sia la difficoltà a gestire un rialzo dei prezzi così spropositato di tutto ciò che riguarda la vita di tutti i giorni». I titolari dei Compro oro sono tutti d’accordo nel sostenere che si sta andando verso il boom della vendita di gioielli. Tra le parole dette a mezza bocca dai clienti e l’atmosfera che si respira da mesi, la connessione è presto fatta. «Chi vende per bisogno lo si nota - continua Cristina Marina - perché arriva con più oggetti e si preoccupa di farli pesare e stimare tutti, poi in base al prezzo decide di vendere i pezzi che hanno un maggior valore». È la dimostrazione intrinseca che la crisi sta incidendo pesantemente nei bilanci familiari, al punto da spingere le persone a privarsi (per sopravvivere) anche delle fedi nuziali o dei ricordi di una vita.