Arretramento ferrovia tra Marotta ed Ancona: «Il ministro Giovannini s'è impegnato a finanziarlo»

Arretramento ferrovia tra Marotta ad Ancona: «Il ministro Giovannini s'è impegnato a finanziarlo»
Arretramento ferrovia tra Marotta ad Ancona: «Il ministro Giovannini s'è impegnato a finanziarlo»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 2 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:21

ANCONA - Alza le barricate, Pierluigi Bocchini. «Sono qui nel mio ufficio, a Jesi, e ci rimarrò fino alle sette di questa sera (ieri, ndr), ad aspettare il ministro». Il presidente di Confindustria Ancona non si sposta, sfida Enrico Giovannini sulla direttrice di Pesaro. È là che il responsabile nazionale delle Infrastrutture è atteso dal sindaco Matteo Ricci per un incontro su “La ferrovia Adriatica e il piano infrastrutture del Paese”.

Un tempo sospeso che si rivela proficuo: «Mi ha chiamato e s’è impegnato a finanziare l’arretramento della strada ferrata da Marotta ad Ancona». Essenziali i dettagli: «Ha assicurato, il ministro, che lo inserirà nella prossima legge di bilancio.

Tradotto: risorse disponibili dal 2023». Cash. Incassa la vittoria, il presidente degli industriali, e ne fa subito una metafora di metodo: «La dimostrazione che quando le Marche puntano i piedi, ottengono». Sulla cifra procede per deduzione: «Considerando che la stessa operazione da Cattolica a Marotta, 45 chilometri in tutto, è già finanziata per 1,2 miliardi, nel tratto fino ad Ancona, meno impegnativo sul fronte idrogeologico, richiederà centinaia di milioni». Smonta le barricate, Bocchini, ma non rinuncia a un punto d’osservazione: «Guai ad abbassare la guardia. Dobbiamo concentrarci sul progetto». Sfronda: «Non rinuncio a vigilare». 

La polemica

Premere il tasto di riavvolgimento veloce del nastro. E via. Il passaggio pesarese del ministro, ieri, aveva riacceso tizzoni ardenti rimasti sotto un sottile strato di cenere. Da una parte bruciava i tempi la città di Rossini, che vuole portare a casa il bypass, già finanziato con 1,2 miliardi; dall’altra s’infiammava la Regione, che chiede di arretrare tutta l’intera tratta. Nel mezzo cresceva l’ira di Bocchini. «La nostra provincia è tagliata fuori. Niente di niente». Sullo sfondo di questa aspra contrapposizione si profila il potenziamento della linea, per cui il ministero ha già impegnato 5 miliardi di euro, in previsione dell’incremento fino a 176 treni merci al giorno. Uno ogni otto minuti. La logica da assecondare è quella delle reti transeuropee, con il Corridoio Adriatico che diventa riferimento nazionale. La nuova rotta, indicata dall’Unione europea, tuttavia scuote gli animi e alimenta i timori che vengano travolte economia e bellezza del territorio. «Perché da noi – rimarcava Bocchini – i binari corrono a 50 metri dalle spiagge, accanto alle abitazioni. Non è certo un bel biglietto da visita per il nostro litorale». Il leader degli industriali ripudiava la logica di “figli e figliastri”. «L’Emilia Romagna - ricordava - ha subito alzato il ditino. Rimini e Riccione hanno i binari che sono sufficientemente lontani dalla costa. A Cattolica inizia il bypass che fa girare intorno a Pesaro la strada ferrata, a Marotta si ricongiunge alla vecchia direttrice». Stop all’ammodernamento, fino a Potenza Picena. Bocchini allargava lo spettro d’azione e con questo il suo disappunto. «Il piano di Rfi prevede per tutta Italia e per dieci anni investimenti per 190 miliardi. Ma – ribadiva – a parte il miglioramento di qualche curva per rendere più veloce il percorso, da noi niente». Per lui valeva il binomio “più popolazione, più voti”, ma guai a stuzzicarlo con una deduzione che pare scontata: è polemica politica. «Macché, è pura constatazione». Lo andava ripetendo, come fosse un’ossessione: «Niente alta velocità e i due traffici, passeggeri e merci, che si sovrappongono fino a intasare la linea». Si concedeva una lieve retromarcia sulla sfumatura di bandiera. «Il governatore Acquaroli è l’unico che si sta battendo per l’arretramento». Giurava: «Rimarrò tutto il giorno in ufficio ad aspettare il ministro». Stop al tasto di riavvolgimento veloce del nastro.

La nuova rotta

Cambia il verso. A metà d’una giornata da “lotta dura” s’allenta una corda che pareva tirata fino a spezzarsi. «La dimostrazione che quando si studiano i dossier e si sostengono con fermezza proposte serie, le istituzioni comprendono, ascoltano». Bocchini va di sintesi: «Giovannini ha detto che già in passato aveva preso in considerazione l’allungamento dell’arretramento, del bypass fino ad Ancona, ma nel piano di Rfi non c’è». Bando alle polemiche, ci mette il sigillo: «Sì, credo alla promessa del ministro». Solenne. 

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