L'ira di Confindustria: «I piani sulla ferrovia Adriatica penalizzano Ancona»

L'ira di Confindustria: «I piani sulla ferrovia Adriatica penalizzano Ancona»
L'ira di Confindustria: «I piani sulla ferrovia Adriatica penalizzano Ancona»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 1 Luglio 2022, 09:52

ANCONA - Quando si dice mirare ad alzo zero. È bastato l’annuncio della presenza del ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini oggi a Pesaro per far ripartire quel ginepraio di polemiche che si inerpica attorno all’arretramento della linea ferroviaria Adriatica. Un tema che ha visto sui due lati opposti delle barricate il sindaco della città di Rossini Matteo Ricci - che vuole portare a casa il bypass di Pesaro, già finanziato con 1,2 miliardi dal dicastero - e la Regione, che chiede invece di arretrare l’intera tratta.

Un duello che ha tenuto banco per settimane e che ora, con il ministro ospite di Ricci per l’incontro dal titolo “La ferrovia Adriatica e il piano infrastrutture del Paese” - per inciso: nessun esponente di Palazzo Raffaello risulta tra i relatori e di questo smacco chiede conto un’interrogazione della maggioranza di centrodestra - non può che ripartire.

La stilettata più mirata arriva dal presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini, che usa l’ironia amara per un attacco frontale contro l’esclusione del capoluogo dal progetto di arretramento: «Sono pronto ad accompagnare il ministro nel suo viaggio per fargli vedere in prima persona gli effetti che l’attuale progetto genera sulla provincia di Ancona. Se la visita a Pesaro serve a sancire di fatto l’ottenimento da parte di quel territorio del bypass ferroviario, gli chiedo di fermarsi anche ad Ancona per confermare che si stia occupando non solo di una provincia o di un territorio ma dell’intera regione, come ogni ministro dovrebbe fare. Non possiamo più tollerare la logica dei figli e figliastri».

La ricetta

Dopo il gancio destro, Bocchini articola anche quella che, a suo avviso, è la ricetta da adottare: «Occorre intervenire, ad ogni livello, affinché le Marche vedano un unico progetto di arretramento dei binari, accompagnato, finalmente, da un serio studio di come si possa portare l’alta velocità lungo tutta la linea Adriatica. Se non posso che salutare positivamente il lavoro svolto al nord della Regione per questa importante opera – osserva - credo che non si possa dimenticare il resto del territorio ed in particolare il capoluogo regionale che è ad oggi il capoluogo di regione più lontano da Roma e Milano. Senza dimenticare che anche il turismo del nostro territorio, ed in particolare di Senigallia, sarebbe enormemente penalizzato dall’attuale progetto». Il potenziamento della linea per cui il ministero ha già impegnato 5 miliardi di euro, infatti, comporterà un incremento fino a 176 treni merci al giorno. Uno ogni 8 minuti. Non un bel biglietto da visita per le coste lungo cui corrono i binari. Per questa ragione, anche le cinque principali associazioni di categoria regionale - Confindustria, Confartigianato, Cna, Confcommercio e Coldiretti hanno chiesto compatte al ministro Giovannini di portare avanti il progetto di arretramento su tutto il tracciato. «L’attuale asse ferroviario potrà diventare una naturale metropolitana così da alleggerire anche il traffico stradale». osservano in una nota. Cambiando latitudine, la presidente di Confindustria Pesaro Urbino Alessandra Baronciani osserva come «La velocizzazione ferroviaria della linea adriatica, così come il potenziamento a sud dell’A14, sono temi che da un lato devono tenersi lontano dall’agone politico e dai campanilismi e dall’altro devono garantire alla nostra regione uno sviluppo armonico e sostenibile. L’arretramento della linea ferroviaria nella nostra provincia è una straordinaria opportunità. Ma servono politiche industriali che consentano di riempire quei treni merci». 

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