Nonnina chiama la Croce gialla: «Pronto? Mi sento male, aiutatemi». Ma voleva solo compagnia

Nonnina chiama la Croce gialla: «Pronto? Mi sento male, aiutatemi». Ma voleva solo compagnia
Nonnina chiama la Croce gialla: «Pronto? Mi sento male, aiutatemi». Ma voleva solo compagnia
di Emanuele Coppari
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Sabato 8 Luglio 2023, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 21:49

ANCONA -  «Pronto? Non mi sento bene, potete venire?». Ma non stava male la nonnina. Nel più tenero dei bluff ha solo trovato un escamotage per avere almeno qualche minuto da trascorrere in compagnia di qualcuno. L’ha trovata, aveva la tuta - e sotto il solito cuore d’oro - dei militi della Croce Gialla. Era stanca di stare da sola l’ultraottantenne che ha impugnato coraggio e telefono e ha contattato il centralino dell’associazione per lanciare la sua richiesta di soccorso. 

 
Una telefonata come tante, alla Croce Gialla, per un malore.

L’equipaggio partito verso l’abitazione dell’anziana nel quartiere Adriatico, mai avrebbe pensato di finire di lì a poco in una pagina da libro Cuore. Dopo aver sottoposto la nonnina ai consueti esami di routine, e averla rassicurata perché tutti i parametri erano a norma, lei ha vuotato il sacco spalancando l’anima. Ha candidamente ammesso di avere chiamato perché si sentiva sola e voleva qualcuno con cui scambiare qualche parola. Forse per sdebitarsi, o per farsi perdonare la bugia, o per strappare ancora un po’ di tempo alla noia, ha offerto un caffè ai sanitari. I quali non hanno perso neanche questa occasione per mostrare solidarietà e umanità, e si sono fermati per qualche minuto con la signora prima di tornare all’attività di assistenza, comunicando alla centrale il loro ritorno all’operatività.


Scene che toccano il cuore e capitano con il caldo, le città che si svuotano e la malinconia che toglie il respiro. Poco più di un anno fa, era agosto, era successo a Osimo che una vedova di 80 anni non sapeva cosa fare e con chi sfogarsi e aveva chiamato il 113 per chiedere un po’ di compagnia. Gli angeli custodi in quel caso avevano indossato la divisa di due agenti della polizia, che non si erano limitati a parlarci al telefono ma erano corsi da lei, nella sua casa di campagna in via San Giovanni. Stava bene, non aveva subito furti né truffe. I poliziotti erano rimasti per oltre un’ora e lei aveva raccontato della solitudine che la assaliva, soprattutto d’estate, durante quelle giornate afose. E infinite. 

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