ANCONA Una volta si beveva per dimenticare. Adesso per sballarsi. Un gioco al massacro la cui pericolosità è certificata dai numeri: soltanto nel mese di luglio (nei primi 25 giorni, per la precisione) 35 persone sono finite all’ospedale di Torrette per gli eccessi dell’alcol.
Schiamazzi da ubriachi in spiaggia: tre ragazzini multati
Sei di queste ci sono arrivate con un codice di massima gravità perché prive di conoscenza. In due casi si trattava di giovanissimi, ancora minorenni, che avevano tracannato un drink dietro l’altro al punto da piombare in coma etilico.
L’alcol è una piaga sociale, ma anche una moda pericolosissima tra i giovani. Se non ti sbronzi sei out, funziona così. Vale tutto: birra, vino, meglio ancora superalcolici, da reperire facilmente nei supermercati, dove si risparmia e non si corre più di tanto il rischio di essere fermati alla cassa per un controllo sull’età. Con la bottiglia nascosta nello zainetto o nel sellino dello scooter, i millennial vanno in discoteca e si ubriacano ancor prima di entrare. Aggirano i divieti con il fai-da-te. Oppure in queste calde notti d’estate vanno in riva al mare a cercare lo sballo, lontano da occhi indiscreti e dal controllo degli adulti, com’è successo al 17enne anconetano che, la sera dell’11 luglio scorso sulla spiaggia del Passetto, avrebbe convinto un’amica quindicenne a bere per approfittarsi di lei, da ubriaca. La ragazzina è scappata in lacrime, chiedendo aiuto a un “grottarolo”. Poi, d’accordo con i genitori, ha deciso di sporgere denuncia nei confronti del presunto aggressore per la violenza sessuale subita.
La violenza
Basti pensare al 22enne tunisino che, domenica scorsa, ha picchiato a sangue la fidanzata in strada, in via Fazioli, arrivando a romperle un dente: la sua violenza non si è fermata nemmeno davanti ai poliziotti, al punto da prendere a testate una Volante, fino a che non è stato arrestato. Schiaffi, calci e acqua gelata rifilava alla moglie (40 giorni di prognosi) e alla figlia il peruviano di 41 anni arrestato, sempre dalla polizia, lo scorso 14 luglio: «Di quella sera non ricordo niente, ero ubriaco», si è giustificato davanti al gip, raccontando di essere rientrato a casa a notte fonda dopo una partita di calcetto con gli amici e un giro per locali.
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