SENIGALLIA - E poi ci sono le storie, i romanzi personali, quelli grondanti dolore e disperazione. Emergono dal fango, ora, a distanza di giorni. Giorni in cui la priorità, ovviamente, è stata data ai morti, ai dispersi, alle attività che producono e danno lavoro. Ma l'alluvione che ha devastato l'Anconetano e il Pesarese, è anche questo: storie di famiglie che in una notte hanno visto portarsi via tutto e ora lo segnalano con i mezzi che hanno, i social, il telefono con cui fare foto e video, documenti del disastro. Sono storie su storie, come quella di Michela Marinelli, ragazza madre, e suo figlio Davide di 16 anni, che in quella tragica notte, in poche ore, hanno perso ogni cosa. Si sono salvati ma hanno perso tutto. E per tutto s'intende tutto. Sono rimaste solo le pareti della casa.
Una comunità che si aiuta e cerca aiuto
«I vigili del fuoco hanno buttato via tutto, hanno rotto quel che restava dei mobili con il macete» racconta Michela indicando fino a dove è arrivata l'acqua. Il figlio ha ricominciato la scuola, la classe terza del Liceo Linguistico, senza più un libro: tutto travolto dal fango del Misa, così come i mobili e gli elettrodomestici. Le foto e il video sono emblematici: fango ovunque. La casa ne è uscita spolpata di ogni cosa. Leggere le bacheche Facebook di Senigallia, in questi giorni, è come fermarsi davanti ad uno di quei tazebao da fine del mondo: annunci, appelli, ringraziamenti, segnalazioni, proposte di aiuto. Senigallia, oggi, è una comunità che in attesa degli aiuti istituzionali (sempre pochi e in ritardo, nonostante l'interesse e l'impegno) si sta cercando risollevare da sola, spalla a spalla, mano nella mano.
L'incertezza di Michela
La storia di Michela, che ora vive nell'incertezza nonostante una vita di lavoro e impegno, è emblematica: aiutata da amici e volontari per svuotare l'abitazione da fango e acqua, con l'arredo ormai inutilizzabile, compromesso così come tutti gli affetti personali e i vestiti.
La raccolta fondi
Il video è stato girato da una sua amica, Lucia Spadoni, che ha iniziato una raccolta fondi con l’aiuto di @juventus crew riuscendo a raccogliere per lei 1.000 euro in donazioni. «Un gesto bellissimo, ma una goccia nel mare nella situazione in cui sono Michela e suo figlio». Chi volesse saperne di più e aiutare Michela e suo figlio può far riferimento all'Iban (causale Michela alluvione) o al link paypal presente sui post dedicati del gruppo Facebook "Sei di Senigallia se...".