Sul terzo mandato i sindaci marchigiani si spaccano: «Serve». «Macché». E' un dibattito aperto

di Martina Marinangeli
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 07:33 | 3 Minuti di Lettura

Il tema è tornato alla ribalta declinato su un gradino istituzionale più alto: quello dei presidenti di Regione. Ma il nodo del vincolo dei due mandati è motivo di dibattito anche per i sindaci, soprattutto quelli dei grandi Comuni, che chiedono lo sfondamento del limite per portare il numero di possibili mandati consecutivi da due a tre. Con la riforma del Tuel (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) del 2022, questa modifica è stata introdotta per i piccoli centri con meno di 5mila abitanti: qui ora i primi cittadini possono aspirare ad amministrare per 15 anni, se rieletti.

La proposta

E adesso la stessa operazione potrebbe essere fatta anche per città più grandi. Sui tavoli del Parlamento c’è un altro decreto di modifica del Tuel che propone di togliere ogni limite di mandato per i sindaci dei comuni fino a 5mila abitanti e ne pone uno di tre anziché due per le fasce tricolore dei comuni dai 5.001 ai 15mila abitanti. Se questa mini rivoluzione dovesse passare, si aprirebbe la strada anche ai grandi comuni sopra i 15mila abitanti, che a quel punto resterebbero gli unici, insieme alle Regioni, con il vincolo dei due mandati. E infatti il dibattito si è esteso a tutte le amministrazioni, a prescindere dalla grandezza e dalla densità del territorio che governano. Ma cosa ne pensano i sindaci marchigiani dell’ipotesi terzo mandato? La visione è tutt’altro che omogenea e valica i perimetri politici.

I punti di vista

C’è chi è assolutamente favorevole, come le fasce tricolore di Pesaro Matteo Ricci (centrosinistra) e di Fermo Paolo Calcinaro (Civico). Il primo sottolinea come l’Italia sia l’unica in Europa con il limite di due mandati, «e comunque sono i cittadini a decidere se confermare o meno un sindaco». E in effetti, i 15 anni non arriverebbero di default con la possibilità dei tre mandati. Inoltre, fa notare Calcinaro, con i tempi della burocrazia italiana, in 10 anni «non si riesce a veder realizzata l’idea di città che un sindaco ha ad inizio mandato». Vulnus riconosciuto anche dal collega di Macerata Sandro Parcaroli (centrodestra), che però non si sbilancia più di tanto sul terzo mandato, dicendosi «possibilista». Al contrario del sindaco di Ancona Daniele Silvetti (centrodestra), secondo cui si tratta di «un’esagerazione: 10 anni sono più che sufficienti». E invita tutti a spostare l’attenzione sugli accorpamenti dei comuni piuttosto che concentrarsi sulla durata del mandato. Da neo presidente dell’Anci Marche, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti si guarda bene dall’infilarsi nel ginepraio di questo dibattito e resta super partes, «ma per i piccoli Comuni ho chiesto che venga tolto ogni vincolo». Per i centri più grandi, butta la palla in tribuna. A Roma, dove la politica nazionale dovrà decidere su un argomento che lacera anche i singoli partiti. La soluzione non pare essere dietro l’angolo.

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