Se partecipate ai tanti gruppi Facebook “Sei di … se”, sappiate che un altro mondo è possibile.
Per quanto tali comunità possano in molti casi fornire un vero supporto quando si smarrisce un mazzo di chiavi, si perde un animale domestico o si vuole promuovere un’iniziativa nel proprio quartiere, i gruppi Facebook locali spesso raccolgono rimostranze, preoccupazioni e segnalazioni di disservizi che evidentemente non risulteranno efficaci proprio perché non sono canali adeguati a comunicare con la Pubblica Amministrazione. Offrono il miraggio di rendere possibile una partecipazione attiva quando in realtà ne costituiscono un esempio di applicazione passiva, di comunicazione inutile e forse frustrante delle proprie difficoltà di cittadino e utente di servizi pubblici. Al contrario, le tante app che i Comuni italiani hanno nel tempo attivato non solo rappresentano forme più dirette per instradare una segnalazione verso l’ufficio pubblico preposto, ma anche un fattore potenzialmente di trasformazione della Pubblica Amministrazione che può tenere conto, in un contesto di risorse scarse, della segnalazione di interventi necessari nel contesto urbano. In alcuni casi, forse troppo ambiziosi, si rivolgono a turisti la cui permanenza sul territorio risulta troppo breve per incentivare il download di una app - in telefoni che ne sono già troppo pieni - mentre in molti altri hanno il compito di favorire la scoperta di servizi meno noti o appuntamenti organizzati in città. Fra i casi più interessanti vi è Ferrara Mobile che offre, ai residenti e ai pendolari, un ampio spettro di servizi, dalla verifica dei parcheggi in tempo reale alla collocazione dei varchi della ZTL, dalla presenza di cantieri alle condizione della viabilità: la raccolta e l’aggiornamento delle informazioni non dà solo la misura del lavoro di coordinamento necessario alle persone che operano in Comune, ma suggerisce anche la concretezza dei vantaggi per chi abita o si sposta in città.
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