PESARO Una serata memorabile da aggiungere al librone della propria storia. La Vis, ieri, ha celebrato se stessa e i suoi 125 anni, con un evento per la città e con la città organizzato all’hotel Baia Flaminia, a due passi da Campo di Marte dove si disputarono le prime partite di cui si abbia contezza.
Spettacolo puro
Circa 600 le persone intervenute, tra tifosi - che hanno accolto con cori, torce e striscioni la prima squadra che è arrivata in pullman verso le 19.30 - membri dello staff dirigenziale e del vivaio, autorità (col sindaco Ricci e il suo vice Vimini a Roma, per promuovere Pesaro città della cultura 2024, c’era l’assessore Mila Della Dora, oltre al consigliere regionale Andrea Biancani) e rappresentanti delle società cittadine, sia calcistiche che non (erano rappresentate il basket e il volley, rugby, calcio a 5 e non solo). Guerrino Amadori, Stefano Falghera, Christian Romagnoli, che avevano presentato il tutto in Comune, hanno studiato tutto nei minimi dettagli, richiedendo la professionalità del regista Valerio Vergari e del suo team (Franco Cappelloni, Elisa Maria Olivi, Andrea Solomita, Massimo Radi, Matteo Cecchini) per la realizzazione di video. Come quello che ha introdotto la serata, a sottolineare l’importanza storica della Vis come prima polisportiva di una città il cui legame si è saldato attraverso la presentazione dei suoi monumenti. O come quello finale, che in 10 minuti ha condensato la storia biancorossa ripercorrendo i momenti salienti, quelli belli ma anche quelli meno esaltanti delle cadute nei campetti di periferia. Grandissimo l’apporto dato alla serata dalla tifoseria biancorossa, che attraverso i membri di Vecchia guardia e 1898, Gioventù, Antico Baluardo e Porto si è prodigata per inviare materiale inedito ma anche cimeli.
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Cimeli come le maglie che facevano bella mostra di sé a due passi dalla sala dove è stato allestito il banchetto, la stessa dove la voce di Thomas Nobili ha chiamato i presidenti Mauro Bosco e Marco Ferri.
I protagonisti
«Emozione grande vivere questo momento di festa per celebrare una società storica - ha detto Denis Tonucci - Per me, pesarese, è un onore indossare questa maglia. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare in altre categorie, ma il calore qui è paragonabile a piazze del sud in cui sono stato». «Il primo anno, causa restrizioni Covid, non ho potuto cogliere appieno cosa significa la Vis per Pesaro - ha detto Di Paola - Quest’anno specialmente si respira grande passione. Noi, in campo, sentiamo la spinta dei tifosi che sono l’uomo in più».