ANCONA - La premessa: tutto si è svolto seguendo le più rigide norme anti Covid. Distanziamento, mascherine, disinfezione delle mani e ingressi scaglionati. Ma quando all’interno di un palazzetto si radunano più o meno 400 persone provenienti da tutte le Marche e in un periodo dove il virus ha ricominciato a correre con una certa velocità, ecco che anche certi eventi cosiddetti sicuri possono trasformarsi in un’autostrada per i contagi.
Trend giorno per giorno dei ricoveri
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La polemica
Così l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, ieri leggendo i giornali è saltato su quella poltrona che occupa da pochi mesi e che scotta, eccome. «Ma come si fa ad organizzare un maxi raduno del genere in questo periodo? Io non lo sapevo, altrimenti l’avrei impedito».
Le regole
Anche le postazioni rispettavano i distanziamenti: sia nel rettangolo di gioco, sia nelle tribune. Insomma, niente fuori norma. Però Saltamartini sa benissimo che basta poco al Coronavirus per insinuarsi in certe situazioni cosiddette a rischio: «Abbiamo deciso di posticipare il rientro a scuola degli studenti delle superiori - sottolinea l’assessore -, stiamo attuando lo screening di massa in tutta la regione per individuare gli asintomatici. Questa elezione si doveva fare diversamente». Soprattutto perché gli esperti regionali hanno rilevato che la carica virale riscontrata negli ultimi tamponi è molto elevata «e gli ospedali iniziano a soffrire per carenza di posti letto». E poco importa se per lo spoglio delle schede del presidente si siano utilizzati guanti e mascherine e se quello per i consigliere è avvenuto in tre sedi differenti. Il Covid è pronto ad attaccare anche in una semplice e all’apparenza innocua postazione bar, o in un attimo di leggerezza durante la pausa pranzo dei delegati. «Non si doveva fare così», conclude Saltamartini. E incrocia le dita.
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