Problemi per Cavani, arrestato il padre
Guida ubriaco e uccide un motociclista

Problemi per Cavani, arrestato il padre Guida ubriaco e uccide un motociclista
di Alfredo Spalla
2 Minuti di Lettura
Martedì 23 Giugno 2015, 19:03 - Ultimo aggiornamento: 19:06
SALTO - Non è una Coppa America semplice fuori dal campo. Dopo Arturo Vidal, è Edinson Cavani a vivere un momento difficile dal punto di vista personale. Suo padre, Luis Cavani, è stato arrestato nella notte per aver causato la morte di un motociclista di 19 anni, Farancisco Nicolás Rodríguez, in seguito a un incidente stradale nella città di Salto. Il padre dell’ex attaccante del Napoli - secondo le testimonianze della stampa uruguaiana - avrebbe guidato in stato di ebbrezza con un tasso di alcolemia dell’1,7 g/litro (in Italia il limite legale è fissato a 0,5).



La notizia ha ovviamente scosso l’ambiente della Celeste, che giovedì notte affronterà il Cile nei quarti della Coppa America. Cavani sta valutando in queste ore se fare ritorno in Uruguay per seguire da vicino la vicenda che vede coinvolto il padre. Il giocatore ne ha parlato con i vertici della federazione e l’ambasciatore uruguaiano in Cile. Secondo il sito di «Subrayado», «tutto può succedere».



Non è del tutto passata la bufera per Arturo Vidal, protagonista di un incidente stradale mentre usufruiva del riposo concesso dal Ct Sampaoli. Lo juventino, apparentemente perdonato dal pubblico nella partita con la Bolivia, aveva offerto una donazione alla «Fundación Emilia», un’associazione che si occupa di prevenzione ed educazione stradale e molto attiva nella condanna dell’uso di alcol e droghe al volante. Vidal, secondo il giornale cileno «La Tercera», avrebbe offerto i suoi premi della Coppa America e avrebbe chiesto un incontro. La Fondazione però ha rifiutato sia i soldi che l’incontro: «Non lo condanniamo come persona - si legge nel comunicato - ma per le sue azioni. Il punto non è se il suo incidente abbia causato vittime stradali, il punto è che ha messo a repentaglio la sua vita e quella di altre persone innocenti». E sull’incontro rifiutato: «Non abbiamo contatti con gli imputati per delitti stradali fino alla fine dei processi, sostanzialmente lo facciamo per rispettare il dolore delle vittime».
© RIPRODUZIONE RISERVATA