L'Ancona si rinnova con Colavitto: ripartenza in tre mosse. E ora la sfida alla Fermana

L'Ancona si rinnova con Colavitto: ripartenza in tre mosse. E ora la Fermana
L'Ancona si rinnova con Colavitto: ripartenza in tre mosse. E ora la Fermana
di Peppe Gallozzi
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Sabato 28 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 07:49

ANCONA Una vittoria, seppur convincente, rappresenta un margine ancora troppo esiguo per lasciarsi andare a giudizi completi e razionali. Ma può comunque aiutare a capire come una squadra, l’Ancona, stia cambiando il proprio volto. Il 3-0 rifilato dai dorici all’Arezzo nell’infrasettimanale di giovedì è già figlio di una rinnovata mentalità. Una mentalità, che da queste parti era ben nota dalle ultime due stagioni, favorita dal ritorno al timone di Gianluca Colavitto al posto dell’esonerato Donadel. Tre i dogmi su cui poggiare: tridente offensivo, pressione costante nella zona nevralgica e ricerca della profondità. Concetti che, nonostante i pochi allenamenti a disposizione, si sono già visti e che dovranno essere assimilati sempre di più. Aspettando il mercato di gennaio dove, sicuramente, il ds Micciola opererà un paio di correttivi. 

 
Comunque attaccare


Il 4-3-3 di ”colavittiano”, con le sue varianti in termini di movimenti, non si snatura mai. Ad eccezione di alcuni momenti particolari della gara. Gli interpreti del trio avanzato hanno un solo compito: attaccare. Sempre e comunque. Non è un caso che, nei primi minuti della ripresa, con l’Arezzo a caccia del pari - poi annullato a Kozak per un fuorigioco millimetrico - Spagnoli, Cioffi ed Energe siano rimasti costantemente nella metà campo aretina quasi incuranti della fase difensiva. E non è un caso nemmeno che, una volta sostituito Energe, il subentrato Saco Coli si sia posizionato come inedita ala e non come centrocampista secondo attitudini. Quindi, in conclusione, non può essere un caso che due reti su tre siano arrivate proprio dalle punte (Energe e Spagnoli) con il 2-0 messo a segno proprio attraverso un impeccabile ribaltamento di fronte con annessa superiorità numerica.

Tenendo conto che domani a Fermo rientrerà anche Peli, elemento che con questo sistema in alto a destra potrebbe rivelarsi veramente importante. 


La mediana ha forse lo scopo più delicato in quanto deve abbinare equilibrio e pressing allo stesso tempo. L’ago della bilancia dell’intero schieramento è la posizione di Gatto. Il playmaker, chiamato più a “legare” i reparti che a impostare, dovrà garantire il giusto bilanciamento tra le mezzali (Paolucci e Nador, migliori in campo) impegnate sia nell’interdizione sia negli inserimenti senza palla. Come avvenuto nel 2-0, favorito da un recupero di Nador, e nel 3-0 con Paolucci ad accompagnare la discesa di Kristoffersen e ribadire in rete la conclusione del norvegese. 


Perché quando si parla delle formazioni di Colavitto si usa l’aggettivo “verticali”? La risposta è semplice. Nel rettangolo di gioco la ricerca della profondità diventa prioritaria. Con gli attaccanti, con gli interni di centrocampo ma anche con i terzini che partecipano alla manovra offensiva. Lavoro extra per il pacchetto centrale di difesa obbligato agli straordinari. In questo senso è doveroso spendere una parola per Pellizzari, rientrato a Rimini dopo settimane di problemi fisici, e già leader a suon di carattere e prestazioni. 


Ora la Fermana, un derby troppe volte indigesto al mister di Pozzuoli. Se vuole tornare a essere il “Comandante” della prima stagione nel capoluogo (appellativo nato per la somiglianza nello stile, in panchina e non, all’allenatore della Lazio Maurizio Sarri così soprannominato, ndr) questi sono esami da superare. Con lo stesso credo di giovedì unito alla voglia di battagliare. Di cui non se ne potrà fare a meno. 

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