Utopia, il teatro in Ucraina: «Vogliamo donare un po’ di serenità alle persone che vivono in quei luoghi»

Utopia, il teatro in Ucraina: «Vogliamo donare un po’ di serenità alle persone che vivono in quei luoghi»
Utopia, il teatro in Ucraina: ​«Vogliamo donare un po’ di serenità alle persone che vivono in quei luoghi»
di Chiara Morini
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Venerdì 8 Settembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Sono terminati gli spettacoli di Marameo Festival che avrà un’appendice conclusiva in “Teatri Senza Frontiere”: con l’associazione Utopia, infatti, si concluderà in Ucraina. Responsabile del progetto Marco Renzi di Proscenio Teatro ragazzi che dal 16 al 30 settembre sarà nel paese con Simona Ripari e Ruggero Ratti, insieme a Gabriele Claretti di Ho Un’idea, e ad altri provenienti da altre parti d’Italia.


Nessuna frontiera

«Siamo alla 14esima edizione – spiega Renzi – quando abbiamo cominciato volevo rovesciare il concetto di internazionalizzazione del teatro. Non compagnie che venissero dall’estero, ma noi che andavamo con gli spettacoli fuori dall’Italia. Siamo partiti dal pensiero per cui tutti i bambini hanno diritto a vivere pienamente la propria infanzia, e abbiamo deciso di portare il teatro tra gli ultimi della terra». Prima sono stati in paesi meno fortunati, in Africa o America del Sud, lo scorso anno in Kenya, quello prima a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, nel campo profughi di Usivak. «Abbiamo scelto l’Ucraina – prosegue Renzi – pensavamo potessero migliorare le cose. Se ci chiedete se siamo preoccupati, sì lo siamo, ma andiamo perché l’impegno va mantenuto e noi vogliamo donare un po’ di serenità alle persone di questi luoghi». Quali, è presto detto: sono quelli che si vedono in ogni telegiornale e, spiega Renzi «arriveremo la notte del 16 agosto accolti dal seminario di Leopoli e da lì inizieranno le nostre due settimane, per le quali abbiamo programmato 15 interventi di spettacolo e un laboratorio teatrale di una settimana proprio a Leopoli, con giovani dai 18 ai 20 anni».

La solidarietà

Hanno in programma di essere tra Leopoli, Kherson, Mykolayiv, Dnipro, Zaporizzja, Kharkiv, Kiev, per un progetto di solidarietà. «Non contano i nomi delle compagnie o degli attori – aggiunge Renzi – contiamo noi che portiamo in luoghi particolari del pianeta il teatro, per un progetto le cui radici affondano nella solidarietà e voler rispondere alle ingiustizie che ci circondano.

Accanto a tutto questo c’è, per noi che facciamo teatro, il bisogno di esplorare le nostre possibilità, per ritrovare un senso nel nostro lavoro, per scoprire nuovi ambiti. Il teatro può essere uno strumento in grado di unire e avvicinare persone di lingue e culture diverse, per stringerle tutte in un abbraccio, patrimonio del nostro essere umani». Coloro che partiranno sono pronti e tra questi Claretti dice che «paura a parte, stiamo preparando dei lavori, cercando di capire come affrontare questa “uscita”. Per me almeno è un contesto diverso dal solito e ci stiamo chiedendo cosa sia giusto e cosa sbagliato fare».

Il sostegno

Teatri senza frontiere, così come l’intero Marameo, ha il sostegno del comune di Montegiorgio. «Per noi – commenta l’assessore alla Cultura montegiorgese Michela Vita – è importante esserci. Loro parlano ai ragazzi e questa volta lo faranno in un paese martoriato dalla guerra, guerra che è un fallimento umano». «Come sindaco di Montegiorgio – commenta Michele Ortenzi, presidente della provincia di Fermo – confermo il sostegno a questo percorso virtuoso. E ci siamo anche come provincia, è importante che il teatro aiuti anche per poco, in Ucraina, a estraniarsi da uno scenario di guerra».

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