Battista con “Tutti contro tutti” a Senigallia: «Porto sul palco la quotidianità, le microguerre e anche la mia separazione»

Il comico romano Maurizio Battista
Il comico romano Maurizio Battista
di Chiara Morini
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 11:14

SENIGALLIA - Divertimento e risate venerdì ,11 febbraio, alle ore 21, al Teatro La Fenice di Senigallia: sul palco arriva la tagliente comicità di Maurizio Battista, che porterà il suo spettacolo “Tutti contro tutti”, organizzato da Alhena Entertainment e Ventidieci (info: 3662783418).


Maurizio, perché ha sentito l’esigenza di uno spettacolo che racconta le microguerre quotidiane? 
«Guardi, sono cose di ogni giorno, tutti sono d’accordo con nessuno e contro tutti (ecco perché il titolo), si discute su tutto, persino sul pianerottolo di casa. Si diceva “Andrà tutto bene”, ma invece questi due anni hanno accentuato molte cose». 

 
Le microguerre quotidiane: mai tema fu più attuale, è corretto?
«Altroché. Il momento è difficile, e lo spettacolo sarà a luci basse. Si parlerà di Covid, anche, perché altrimenti non si è attuali, e delle contraddizioni tra Covid e vaccini. Prendendo spunto dalla frase “Ma chissà che c’è dentro”, andrò molto oltre. E con l’aiuto di oggetti, cercherò di snocciolare la problematica».


Oggetti? 
«Sì. Quando qualcuno, in questo periodo, dice “Ma chissà che c’è dentro”, io mi chiedo se mai ci si domandi cosa c’è in cose o oggetti di uso quotidiano, dalle crostate alle creme varie, passando pure per i ventagli. Banale? Forse, ma vero».


Quindi cosa fa sul palco?
«Io polverizzo tutto, sono chiaro. Lo spettacolo poi verterà anche sulla quotidianità, pure la mia, anche la separazione. Io entro e inizio a parlare, a raccontare cose, e la gente si diverte, partecipa, ride, riderà tanto». 


Quanto è importante ridere? 
«Parecchio! Io quando sono a teatro è come se fossi tra amici.

Io sono uno di loro, della gente che sta tra il pubblico, io sono peggio di loro. E gli spettatori stanno a guardare e ascoltare un amico, genuino, come loro, che racconta storie e vissuto».


Quindi sul palco non sale Battista, ma proprio Maurizio?
«Sì! In quasi tre ore loro guardano l’amico: come ho detto racconta storie, ma lo fa senza l’ardire di voler dare lezioni. Io dico quello che ho fatto». 


Cioè? 
«Ho la sensibilità, racconto le incongruenze della vita mia e di tutti. Io sono Maurizio Battista, e la gente viene a teatro perché ha affinità, altrimenti non verrebbe. Io sono uno di quegli artisti che sono persone semplici, che raccolgono il vissuto».


Quanto c’è bisogno di leggerezza per rinfrancarsi ed eliminare i contrasti? 
«Tanto, non so nemmeno quantificarlo, o forse sì che posso. In un mese e mezzo al Teatro Olimpico di Roma sono venuti in tutto 34mila spettatori. La gente ha bisogno di un momento felice, di godersi quelle due ore e mezza di leggerezza e magari pure di una lacrimuccia. Due ore e mezza che possono pure essere tre, e passano subito, perché quando ti diverti non ti accorgi dei minuti che passano».


E dopo “Tutti contro tutti” Battista che farà? 
«Sono andato a pranzo con Pingitore. Vorremmo costruire qualcosa di vintage, che torni indietro a quando c’era una grande qualità artistica. Voglio ascoltare le persone, e fare qualcosa. Intanto però vado avanti con questa tournée, che finirà il 22 e 23 settembre a New York, a Broadway, per gli italiani che stanno lì».

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