Il soprano Lucciarini con “All'Amore” divulga il repertorio del barocco

Il soprano Pamela Lucciarini
Il soprano Pamela Lucciarini
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Domenica 11 Ottobre 2020, 06:20

SAN GINESIO - È in programma domenica 11 ottobre alle ore 18 presso l’auditorium Sant’Agostino di San Ginesio lo spettacolo dell’Associazione Compagnia del Recitar Cantando di Pesaro dal titolo “All’Amore” da “Il Trattato delle Passioni” per la divulgazione del repertorio barocco italiano. Dopo Ancona, Macerata, Tolentino Macerata, Ferrara a Palazzo dei Diamanti e a Mantova al Festival Trame Sonore, la voce di Pamela Lucciarini e di Guido Barbieri per drammaturgia e narrazione, approderanno a San Ginesio con la poetica degli affetti nella musica italiana del Seicento.
Uno strano, persistente pregiudizio circonda ancora oggi la musica italiana del Seicento. Nella percezione comune è avvertita come “difficile”, complessa, astrusa, lontana dalla sensibilità del tempo presente. Questa diffusa diffidenza ha allontanato e allontana tuttora dai programmi dei teatri e delle sale da concerto musiche di infinita bellezza. Una vera ingiustizia. Il secolo XVII ha creato infatti i tesori forse più preziosi dell’intera storia della musica d’arte italiana. Il repertorio degli oratori, delle opere, dei duetti da camera, delle cantate a voce sola, dei tardi madrigali, dei mottetti, per non parlare delle forme strumentali e della loro stupefacente varietà, contiene pagine che ancora oggi stupiscono, commuovono, fanno spalancare gli occhi. Musiche vocali e strumentali in buona parte ancora da rivelare: almeno al pubblico indifferenziato della musica d’arte.
Per risvegliare gli affetti nascosti, o sopiti, nella musica vocale e strumentale del Seicento italiano occorre naturalmente adeguare gli strumenti della comunicazione alla sensibilità contemporanea.

E guidare l’ascoltatore in una sorta di dizionario moderno degli affetti contenuti nella musica antica. «Per questo motivo - affermano gli organizzatori - cercheremo di inserire ogni concerto in una cornice che comprenda innanzitutto, coerentemente con la poetica degli affetti, i sensi percettivi primari: la vista non meno che l’udito. Ogni concerto è immerso, o anche semplicemente accompagnato, da immagini fisse o in movimento che asseconderanno il ritmo e l’ambiente narrativo di ciascun brano o di una sequenza di brani». Per imprimere una forma e una cadenza ai diversi concerti si è risaliti ad una delle fonti riconosciute della teoria degli affetti, per quanto forse non la più “popolare”: le “Passioni dell’anima” di René Descartes, un piccolo trattato scritto a metà del secolo, nel 1649.

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