Il discografico Fabio Rinaldi, in arte Falso Nueve, da X-Factor alla Sugar si racconta: «Così ho scoperto Madame»

Fabio Rinaldi aka Falso Nueve
Fabio Rinaldi aka Falso Nueve
di Chiara Morini
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Sabato 20 Marzo 2021, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 19:24

ANCONA - Da Magliano di Tenna, in provincia di Fermo, con destinazione la casa discografica Sugar Music: Falso Nueve, al secolo Fabio Rinaldi, voleva fare il cantante, ma poi ha capito che la sua strada sarebbe stata quella di scoprire talenti. Come Madame, giunta ottava al festival di Sanremo, il cui disco è uscito ieri. 

Nueve, come arriva a fare il discografico?
«Dopo la laurea in Economia, avevo l’ambizione di essere un artista. Durante l’università studiavo canto e piano, e nel 2012 ho partecipato ad X-Factor. Lì però ho capito che il mio obiettivo era far emergere talenti, quindi quale miglior modo se non quello di fare il discografico? A quel punto invio diversi curriculum, ma nessuna risposta. Entro a lavorare in un’agenzia di eventi, conosco una futura collega alla Sugar ed entro in questa grande realtà. All’inizio solo curando i social degli autori. Poi un giorno il presidente della Sugar ci chiede di trovare artisti nuovi. Ed è arrivata Madame».


Come l’ha scoperta?
«L’ho vista su YouTube, poi il singolo Anna, il disco d’oro, l’ascesa e infine, da poco, l’ottavo posto al Festival di Sanremo. Il suo futuro lo vedo come un nuovo prototipo di cantautorato».


Pensava che il testo della canzone di Madame potesse essere premiato?
«Sapevamo che era di spessore, lo pensavo. In realtà credevo più in un premio della critica, come è stato. Poi l’ottavo posto a Sanremo. Ma vede, la classifica al Festival conta fino a un certo punto. Ora sta andando benissimo».


Ovvero?
«La carriera la decidono le vendite, e gli ascolti dopo il festival. A poco più di una settimana dalla conclusione di Sanremo, è in cima su Spotify. Un buon brano».


L’anno scorso con Madame avete lavorato con Fabri Fibra…
«Sì.  Eravamo in studio con Madame, e ci siamo riconosciuti subito tra marchigiani.

Lui è immenso. Madame stava lavorando al brano “Il mio amico”, per il quale si è ispirata a me, perché siamo amici. La collaborazione con Fabri Fibra è venuta fuori naturale. Lui ha scritto una strofa e il brano è diventato un numero uno. Fabri Fibra sarà nell’album di Madame uscito ieri».


Altri talenti marchigiani a lei vicini?
«No, purtroppo non rappresento al momento nessun marchigiano. Sarebbe bello però poterlo fare. Lo dico proprio da marchigiano».


Dove pensa che stia andando la musica?
«Il concetto di musica si allontana dalla discografia: intendo che si avvicina di più all’immagine e alla fruizione di un prodotto più veloce. Un po’ dispiace perché prima ti concentravi solo sulla musica, oggi devi guardare pure il resto. Però è anche positivo: il mainstream permette di raggiungere prima il pubblico».


La qualità della musica invece?
«Quella tende a venire fuori meno, perché è sovrastata dalla non-qualità. La sovrapposizione ha di fatto “soffocato” la canzone di qualità. Mi spiego: oggi escono dalle 50mila alle 60mila canzoni ogni giorno. Trovare le migliori è sempre più difficile e questo complica pure il lavoro del discografico. Ma anche degli artisti».

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