Roberto D'Agostino, fondatore del sito Dagospia: com'è cambiata l'Italia nei 25 anni senza Moana Pozzi?
«Sono avvenuti cambiamenti epocali, anche nel porno che - negli anni '70 era stato identificato con Ilona Staller. Moana ha portato un significativo cambiamento, riuscendo a entrare nelle famiglie, addirittura in programmi nazional-popolari. Per la prima volta un personaggio del porno è riuscito a entrare nelle case di tutti».
Ma manca e quanto?
«Manca personalmente e manca in generale perché aveva una visione della sessualità che è ancora quella giusta. Era sobria, intelligente, colta. Leggeva Nietzsche e Bataille. Parlava un ottimo italiano, non era volgare. Non faceva paura agli uomini, né alle donne. Era diversa da altri che lavoravano in quel settore».
Il suo segreto?
«Moana Pozzi vedeva nel porno uno strumento dell'immaginario. E, in tale ottica, è riuscita a trasmettere al pubblico italiano un concetto chiave: il porno è un fatto culturale».
Era epoca di cassette e videoregistratore, oggi protagonista è il web...
Quali cambiamenti ha determinato l'esordio dell'eros in Rete?
«Il web ha cambiato le dinamiche in camera da letto. On line si trovano varie categorie di video porno, per uomini e per donne. Il mercato è internazionale. È un campo dove non ci sono discriminazioni. Oggi il porno è, direi, un additivo familiare. Ed è anche comunicazione e l'incapacità di comunicare oggi è uno dei fattori alla base delle violenze. Il porno è spesso considerato volgare ma è un errore, è materializzazione del desiderio, bisogna prendere atto del fatto che siamo tutti porno».
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