Il titolo
«Bisogna intendersi – dice Bennato a proposito del titolo del tour - su cosa sia il rock. Per quanto mi riguarda è uno stile di vita, ovvero cercare di scardinare, laddove possibile, luoghi comuni, paradossi, schizofrenie, che sono davanti agli occhi di tutti, evitando di fare moralismi. A nessuno piace sentirsi fare la morale e quindi, partendo dalle premesse che ho appena fatto, sì, le vie del rock sono davvero infinite». Il concerto, aggiunge, «sarà ad alto contenuto Rock&Blues, coadiuvato da video che servono a dare maggiore forza ai testi delle mie “canzonette”». Riferimento piuttosto evidente al settimo album in studio, “Sono solo canzonette”, del 1980, di cui fa parte l’omonimo brano. In scaletta c’è, così come sono in programma anche altri brani da quell’album e da “Burattino senza fili”, “Abbi dubbi”, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “La fantastica storia del pifferaio magico”, arrivando fino all’ultimo “Non c’è”, uscito nel 2020. «Per fortuna ho diverse canzoni - commenta Bennato – che il pubblico ha seguito e segue con attenzione». I brani che ha scritto e cantato anni fa, sembrano fatti proprio per l’oggi. Un fatto questo che il cantautore napoletano commenta dicendo che «sembra che le canzoni siano state scritte oggi perché i presupporti da cui sono partito per scrivere, non sono cambiati, nonostante i tempi storici siano diversi.
Sogni e ricordi
L’ironia e il sarcasmo non cancellano la volontà di Bennato di essere sognatore, tant’è che lui afferma di essere «un ottimista e dunque anche un sognatore che adopera l’arma dell’ironia. Ma se me lo permetto è perché ironizzo anche su me stesso come nella canzonetta “Cantautore”». Pensando all’oggi, così come ai giovani che vogliono provare o intraprendere una o più vie del rock, consiglia «di ascoltare quanto più rock possibile e andare a suonare dal vivo per affinare le capacità». Bennato è legato alle Marche, in particolare conservando Civitanova nel cuore. Ricorda infatti che fu «mandato da alcuni giornalisti di Ciao 2001. Mi piazzai per strada a Roma, vicino a un noto bar, nei pressi degli studi Rai, attirando la loro attenzione e mi invitarono a un festival di “tendenza” che si tenne a Civitanova. Lì c’erano anche gli opinion leader, che decidevano e ancora decidono, quale musica ascoltare e quali tendenze seguire. Essi, dopo che ebbi suonato solo poche canzoni, stabilirono che io potevo essere il rappresentante ideale dell’insoddisfazione giovanile in Italia. Su quel palco iniziò di fatto la mia carriera di cantautore».