Chopin, 88 tasti di passione: Cristian Carrara, direttore artistico della Fps, presenta la serata al Pergolesi di Jesi

Chopin, 88 tasti di passione: Cristian Carrara, direttore artistico della Fps, presenta la serata al Pergolesi di Jesi
Chopin, 88 tasti di passione: Cristian Carrara, direttore artistico della Fps, presenta la serata al Pergolesi di Jesi
di Giovanni Filosa
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Giovedì 21 Settembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15:15

JESI “88 tasti di passione” rappresenta un nuovo modo di narrare la musica e sarà in scena, nell’ambito del Festival Pergolesi-Spontini, al Teatro Pergolesi di Jesi stasera, 21 settembre, alle ore 21. Sono ottantotto tasti in bianco e nero che creano piacere e devozione da quando arricchiscono teatri, sale da concerti, angoli frequentati di case private. Sono adagiati su di uno strumento che si chiama pianoforte. La curiosità ha coinvolto il direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini Cristian Carrara ed il critico musicale ed autore radiofonico Stefano Valanzuolo. I due si sono chiesti, quasi scientificamente, quanto siano forti e tangibili l’impeto e la passione che questi elementi in bianco e nero esercitano sul pubblico. Così hanno creato un concerto narrativo, un vero e proprio racconto in musica, dedicato a Fryderyk Chopin (quando si parla di pianoforte…), intitolato “88 tasti di passione”, utilizzando musiche del grande compositore polacco, eseguite al pianoforte da Alexandra Pavlova, nata in Kazakhistan, versatile e completa.

 
Maestro Carrara, cosa rappresenta l’evento che andrà in scena stasera al Pergolesi di Jesi?
«È una sorta di concerto/spettacolo narrativo musicale.

Ha visto la luce perché ci siamo accorti che anche le persone che non hanno studiato musica, godono quando ne sanno “un po’ di più”. Allora ci è venuto in mente di raccontare dal vivo un autore, in questo caso Chopin, il pianoforte romantico per eccellenza, da un lato raccontando la sua vicenda biografica con aggiunta di alcune note che esplorino più a fondo i pezzi che si ascolteranno».

Come avete scelto di metterlo in scena?
«Non è una lezione né un concerto, ma una narrazione in musica che, fra l’altro, quasi analizza il grande, lungo amore di Chopin per la grande scrittrice francese George Sand. Proporremo anche alcuni brani che Chopin compose nei nove lunghi anni di amore profondo con questa donna straordinaria. Insieme a Valanzuola abbiamo lavorato sia sulla struttura narrativa del testo (che io in parte leggerò e racconterò) sia sulla parte musicale. Abbiamo, in sostanza, inserito la musica dentro la vita di Chopin. Ma non da musicologi, bensì da addetti ai lavori che debbono far assaporare al pubblico i luoghi ed i momenti storici in cui sono stati scritti».

Ogni musicista ha qualcosa che lo muove, lo stimola a comporre, a trarre ispirazione…
«Vorremmo far capire e comprendere al pubblico certi “perché e cosa ha mosso l’autore?”. Il pubblico deve percepire l’anima e la sostanza di brani fra i più belli mai composti. E poi la pianista Pavlova è straordinaria, l’ho coinvolta in questa vicenda su Chopin, che ha assorbito e fatto sua, tanto da innamorarsi del grande compositore.» 

Ultima domanda: un suo bilancio mentre sta terminando questa edizione del Festival Pergolesi-Spontini? 
«Sono senza dubbio contento, anno dopo anno abbiamo modificato quello che abbiamo capito non essere andato come avremmo voluto e invece tenuto, cercando di migliorarlo, quello che era piaciuto al pubblico ed a noi. Secondo me credo che il festival, oggi, stia acquisendo una sua fisionomia chiara ed un insieme di pubblici molto diversificati. Un pubblico davvero nuovo, venuto non soltanto dalla nostra provincia. Linguaggi diversi che hanno colto nel segno».

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