Viaggio nel Novecento per immagini, 16 artisti figurativi italiani alla galleria Gioacchini di Ancona. L'esposizione proseguirà a Cortina

Il gallerista Giancarlo Gioacchini
Il gallerista Giancarlo Gioacchini
di Lucilla Niccolini
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Martedì 16 Novembre 2021, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 10:10

ANCONA - Una bella passeggiata nel nostro Novecento, per immagini. Ci aspetta alla Galleria Gioacchini, in corso Garibaldi ad Ancona, sulle cui pareti, da sabato 20 novembre, si squadernerà una selezione eccellente di artisti figurativi italiani. «Sedici pittori, con una media di due opere, anche grandi, di ciascuno di loro». Qualche nome, Giancarlo Gioacchini? «Una cospicua rappresentanza del gruppo di Corrente, tra cui Renato Guttuso, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Domenico Cantatore, Aligi Sassu, Salvatore Fiume... e poi, due dipinti, molto espressivi, di Cassinari, risalenti agli anni Ottanta, e un Gentilini del ‘61».

 
Le prospettive assolate
Tanto Mediterraneo, con le prospettive assolate, gli scorci di colore tra ulivi ombrosi, nelle tele dei massimi esponenti dell’arte italiana, forme di espressionismo tributario di un immaginario “meridionale”. Nel tardo autunno urbano, che si sgrana nei grigi delle sere precoci, scoppia, sulle pareti della galleria Gioacchini, la tavolozza dalle tinte più calde: i rossi cangianti delle nature morte, i bianchi densi delle vesti dei raccoglitori di olive, gli azzurri carichi di interni senza tempo.

Una sedia candida si staglia, in un olio di Guttuso, contro il tronco ritorto di un grande albero, evocando la resilienza oziosa di un pomeriggio “en plein air”. Voglia di Novecento, e arte figurativa, integrata con opere coeve, e successive. «Abbiamo recuperato una ricca collezione, che abbiamo voluto allargare, per definire meglio tendenze e modi del secolo scorso, a forme dell’Astrattismo e alla Transavanguardia».

Tra le altre, tre opere a olio di Enzo Cucchi e una di De Maria.


La sperimentazione
Poi, per dare conto della sperimentazione della corrente Forma 1, due o tre pezzi di Achille Perilli, di Piero Dorazio e di Carla Accardi. «Dipinti fuori dalla logica di mercato, come una strepitosa “Estate in Toscana” di Michele Cascella, una grande tela di un metro per un metro e mezzo».

Due o tre opere di Luca Pignatelli, con i suoi efficaci scorci di New York, completano la corposa mostra “Collezionare Arte”, che resterà visitabile ad Ancona, nella galleria di corso Garibaldi, fino al 10 dicembre, tra le luci dello shopping di Natale del capoluogo.  Poi, le opere saranno trasferite nello spazio espositivo di Cortina, che la famiglia Gioacchini ha da decenni aperto in pieno centro, in piazza Silvestro Franceschi 10.

«Un modo per riaccendere i riflettori sull’arte in una località prestigiosa, che si va preparando a una grande riapertura per le Festività, con alberghi già prenotati e liste d’attesa. La Regina delle Dolomiti registra, fin da ora, un overbooking, che speriamo sia segnale di star bene, di ripresa turistica, dopo un Natale, quello del 2020, in tono minore, a causa della pandemia».

Se così fosse, come tutti si augurano, c’è da aspettarsi che la mostra venga prorogata fino alla fine di gennaio. Intanto, da sabato e per tre settimane, alla galleria-madre di corso Garibaldi, ad Ancona, i colori corposi, i tratti materici di queste opere ci riporteranno a una temperie artistica che ha segnato l’epoca d’oro del figurativismo novecentesco: un’era irripetibile, una pagina significativa della storia dell’arte moderna. 

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